CASERTA – Fratelli d’Italia ha avviato ieri la campagna di tesseramento provinciale, annunciando l’adesione di 26 amministratori al partito del premier Giorgia Meloni. Utopia, solo qualche anno fa, quando il Paese fu travolto dalla valanga grillina. Come si è arrivato a tutto questo? Ne parliamo con il deputato casertano Gimmi Cangiano, che ieri ha tenuto a battesimo nella sua Aversa l’operazione tessere.
Il partito cresce: perchè è attrattivo o perché tutti vogliono salire sul carro del vincitore?
L’adesione di 26 amministratori, che coprono davvero tutta la Provincia di Caserta per provenienza territoriale, è il chiaro segnale di un partito che gode di ottima salute e che è riuscito ad affermarsi come alternativa credibile al sistema di potere del centrosinistra che è chiaramente imploso, come testimonia il pasticciaccio del tesseramento e delle Primarie qui da noi. Ma sarebbe oltremodo riduttivo e banalizzante riportare questa affermazione esclusivamente alla volontà di tanti Amministratori e militanti di salire sul carro del vincitore. Fdi qui in Provincia di Caserta ha vissuto una crescita costante e continua, forse lenta. Ma solida e coerente. Così come il Partito a livello nazionale. Non siamo arrivati a percentuali così alte solo per la volontà degli Italiani di rompere con le fallimentari esperienze governative precedenti. Non siamo il risultato di un voto di protesta. Siamo arrivati ad essere il primo Partito in Italia e ad esprimere il Presidente del Consiglio per la coerenza e la fermezza delle posizioni. Per la chiarezza con gli elettori. Con la presenza costante sui territori. Ne è caso emblematico la mia elezione in un collegio che tutti ritenevano difficile e saldamente nelle mani dei 5 Stelle. Ma che ha dato invece fiducia a chi non ha mai lasciato sole queste comunità. Alla base dell’affermazione di FdI c’è quindi la voglia di vivere un modo nuovo di vedere la politica, accompagnato dalla certezza che noi non siamo ricattabili. È un momento importante quello che celebriamo oggi. Perché finalmente si ritorna a respirare voglia di militanza e di partiti.
E’ imminente la sfida delle amministrative: il dato di fatto è che il centrodestra è spaccato praticamente ovunque. Come mai?
È innegabile che il Centrodestra casertano abbia stentato a costruirsi e a compattarsi anche in vista di questa imminente tornata elettorale. E questo è motivo di rammarico per tutti. Ci portiamo dietro anni di strappi e frammentazioni. Anni in cui portare avanti simboli ed ideologie partitiche non pagava. Anche per la disillusione degli elettori e le facili promesse da cui forse si sono lasciati attrarre. C’è da lavorare. Azzerare il passato. E farsi trovare pronti e determinati ai prossimi appuntamenti.
E’ il motivo per cui non utilizzerete il simbolo di Fdi?
Sull’uso del simbolo ha fatto chiarezza direttamente Roma.
Quali battaglie per la provincia di Caserta sta conducendo in Parlamento?
In Parlamento Caserta è centrale nell’agenda politica. Innanzitutto abbiamo chiesto ed ottenuto l’ intensificazione delle operazioni di vigilanza e controllo in zone particolarmente sensibili. Grazie alla sensibilità del Ministro degli Interni Piantedosi, sono stati ottenuti risultati importanti in termini di vivibilità e sicurezza.
C’è poi la questione inerente il comparto bufalino, che ci ha visto in prima linea per sostenere nell’immediato le perdite subite dagli allevatori. E al contempo per organizzare un piano di azione che possa essere risolutivo.
Importante anche l’azione sulla Jabil che per il momento ha scongiurato licenziamenti immediati di massa e che si inserisce in un impegno più generalizzato nel garantire in Provincia di Caserta i livelli occupazionali esistenti e ovviamente nel concorrere a crearne dei nuovi, partendo dalle eccellenze presenti in tantissime nostre realtà territoriali. A cominciare da una intensificazione del concetto di turismo, da quello culturale a quello balneare, passando per quello enogastronomico.
Turismo, dice bene. Caserta riuscirà ad avere prima o poi un porto turistico su un litorale degnamente attrezzato?
È indubbio che per portare il turismo a livelli concorrenziali e di eccellenza, bisogna ripensare il nostro Litorale. Ovviamente la priorità va data alla realizzazione del Porto, un’opera di cui si parla da decenni ma che non ha mai visto davvero e compiutamente la luce, condannando le città balneari, da Castelvolturno a Mondragone passando per Baia Domizia, a non potersi mai esprimere veramente nel loro incredibile potenziale. Da vedere e rivedere anche i servizi ed i sottoservizi, che dovranno essere corali e pensati in maniera integrata in modo da attrarre investitori ed investimenti. E questo si fa se si pensa a riorganizzare tutta la rete dei trasporti intermodali: strade, autostrade e rotaie. Con uno sguardo sempre attento e speranzoso a Grazzanise e a quell’idea dell’aeroporto che io non ho mai abbandonato.
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