MILANO (LaPresse) – Cannabis light, dal Consiglio superiore della sanità arriva il ‘no’ alla vendita. “Non può essere esclusa la pericolosità dei prodotti contenenti. O quelli costituiti da infiorescenze di canapa”. E infatti si “raccomanda che siano attivate nell’interesse della salute individuale e pubblica misure atte a non consentire la libera vendita”.
Il Consiglio superiore di Sanità contro la cannabis light
E’ quanto indicato in un parere del Consiglio Superiore di Sanità (Css), che era stato richiesto dal Ministero della Salute nei mesi scorsi mesi in alcuni quesiti che riguardano la cosiddetta ‘cannabis light’. E pensare che 1.031 pazienti trattati, in maggioranza (63%) donne, con una durata media del trattamento di quattro mesi. 4.000 prescrizioni mediche effettuate. Prevalentemente per ridurre il dolore neuropatico cronico di intensità elevata (65%). E trattare quindi i pazienti affetti da sclerosi multipla con spasticità (15,4%), in caso di resistenza alle terapie convenzionali. Sono i dati sull’uso dei farmaci cannabinoidi in Emilia-Romagna in 20 mesi: dall’1 settembre 2016, quando è stato avviato il percorso prescrittivo della cannabis in modo omogeneo su tutto il territorio regionale, al 19 aprile 2018.