Cinque milioni e 800mila firme non bastano a fermare la Brexit. E’ incerto il modo, non definito il tempo, ma il Regno Unito lascerà l’Europa. Il governo britannico ha rigettato la petizione organizzata per fermare l’addio all’Ue. Resiste la volontà politica di concretizzare quanto espresso nel 2016 con il pro-Leave da 17 milioni di elettori.
Il problema è organizzativo. Mentre la May ha offerto la sua ‘testa’, politicamente parlando, per ottenere una Brexit ordinata, la Camera dei Comuni ieri ha bocciato le 8 proposte parlamentari di piano alternativo al deal raggiunto dalla premier con l’Ue.
Le opzioni più votate sono state quella per un’uscita dall’Ue con però un’unione doganale, proposta dal deputato Tory Ken Clarke e che ha raccolto 264 sì e 272 no, e quella per un secondo referendum per sottoporre a voto pubblico qualunque accordo di ritiro, proposto dalla laburista Margaret Beckett e che ha raccolto 268 sì e 295 no. Sky News ha sottolineato che queste due opzioni, in ogni caso, sono riuscite a ottenere più voti di quanti ne abbia mai raccolti l’accordo di divorzio presentato da May.
Il deputato conservatore Sir Oliver Letwin, che ha supervisionato le operazioni di questi voti indicativi, ha definito “deludente” la mancanza di una maggioranza per tutte le proposte. Ha precisato che crede che ai parlamentari debba essere data una seconda possibilità di raggiungere un consenso lunedì, chiarendo tuttavia che questo non sarà necessario se per caso il piano di May dovesse essere approvato prima di allora.
Tusk intanto ha annunciato he si tornerà a parlare d Brexit ad aprile.