TRIPOLI – Un aereo militare non identificato ha colpito l’aeroporto Mitiga, l’unico funzionante a Tripoli, situato nella periferia orientale della capitale libica. Lo ha annunciato l’aeroporto in una breve nota. Il raid che ha colpito una delle piste di atterraggio non ha provocato vittime e per ora non è stato rivendicato.
Nel frattempo il vicepresidente del Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale, Ali Al-Qatrani, ha annunciato le sue dimissioni e ha espresso il suo sostegno all’operazione dell’Esercito nazionale libico (Lna) a Tripoli. Lo rende noto il Asharq Al-Awsat riportando dichiarazioni dello stesso Qatrani secondo cui il premier Fayez al-Sarraj sarebbe “controllato” dalle milizie e tale azione “condurrà la Libia solo verso ulteriori sofferenze e divisioni”. “Attraverso l’incoraggiamento di queste milizie – ha spiegato – al Sarraj ha violato l’accordo politico sulla Libia abusando dei privilegi concessi a lui come capo del Consiglio presidenziale”. Secondo Qatrani, la marcia della Lna su Tripoli ha invece lo scopo di liberarla dalle bande terroristiche e criminali.
Almeno 32 persone sono rimaste uccise, e altre 50 ferite, secondo un nuovo bilancio diffuso domenica sera dal ministero della Salute del governo di unità nazionale. In una dichiarazione alla televisione Libya al-Ahrar, il ministro A’Hmid Omar ha precisato che molte delle vittime erano civili, senza però precisare il numero esatto. Dal suo canto, l’esercito nazionale libico di Haftar ha annunciato 14 morti tra i suoi combattenti.
Scontri sono in corso da domenica alle porte di Tripoli tra le forze paramilitari di Haftar, che vuole conquistare la capitale, e le truppe del governo di unità nazionale, riconosciuto dalla comunità nazionale. Nonostante gli appelli al cessate il fuoco, arrivati dall’Onu, che chiedeva due ore di tempo per evacuare feriti e civili, i combattimenti sono continuati.
Anche gli Stati Uniti sono “profondamente preoccupati” per gli scontri e hanno chiesto “lo stop immediato” dell’offensiva contro la capitale lanciata dal generale Haftar. “Abbiamo fatto chiaramente sapere che ci opponiamo all’offensiva militare delle forze di Haftar e chiediamo la sospensione immediata delle operazioni contro la capitale libica”, ha dichiarato il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo. Non c’è “nessuna soluzione militare al conflitto in Libia”, ha aggiunto Pompeo, invitando tutte le parti “urgentemente ad allentare la tensione”. Il segretario di Stato ha esplicitamente criticato l’offensiva delle forze di Haftar. “Questa campagna militare unilaterale contro Tripoli mette in pericolo i civili e mina le prospettive di un futuro migliore per tutti i libici”, ha scritto ricordando che “gli Stati Uniti, con i suoi partner internazionali, continuano a sollecitare i leader libici a tornare ai negoziati politici sotto la mediazione dell’inviato speciale Onu, Ghassan Salame”.
(LA PRESSE)