ROMA – Il ministro della Giustizia Bonafede isolato, il Pd e Italia Viva litigano, il M5S tira dritto e il premier Giuseppe Conte non sa che pesci prendere. La riforma della Prescrizione è una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, le tensioni nella maggioranza di governo aumentano ora dopo ora. Di soluzioni, neanche l’ombra.
Renzi e Zingaretti litigano
Ieri Matteo Renzi ha alzato il tono dello scontro: “La riforma Bonafede-Salvini viola i principi costituzionali e fa del male all’amministrazione della Giustizia“. Dal Pd, che in questo momento appare senza un linea precisa sul tema, parla direttamente Nicola Zingaretti, che invita “alla calma. Troviamo una sintesi“. Ma di sintesi, questa volta, neanche l’ombra. Anche perché se i dem sono disposti a tutto, o quasi, pur di tenere in piedi il governo, il rischio che Iv affossi la riforma, o addirittura voti la mozione di Forza Italia in Senato, è altissima. Inoltre, Zingaretti deve fare i conti con i suoi: molti esponenti dem, su tutti Andrea Marcucci, sono contrari su tutta la linea.
Il M5S tira dritto
Magistrati, avvocati e costituzionalisti si sono espressi contro l’abolizione della Prescrizione. Se questo mette in difficoltà il Pd, è il ministro della Giustizia Bonafede quello più colpito. Isolato, alza giorno dopo giorno il tono dello scontro. Il M5S tira dritto, l’ex capo politico Luigi Di Maio sul passaggio della riforma si gioca tanto. Ma nessuno nel gruppo parlamentare vuole andare al voto. E’ l’unico spiraglio per avviare una trattativa fruttuosa tra le parti in causa.
Il premier in difficoltà non riesce a mediare
E poi c’è Conte. Il premier appare più in difficoltà che mai. Una mediazione sul merito della riforma, in questo momento storico, appare impossibile. Di ritorno da Londra, non è escluso un summit con le forze di maggioranza per cercare di uscire da un vicolo cieco infinito. All’angolo, il presidente del Consiglio è in contatto quotidiano con Nicola Zingaretti, Beppe Grillo e Roberto Speranza.
L’opposizione incalza
Dura l’opposizione. Il leader della Lega Matteo Salvini sottolinea che l’accordo con i grillini per la riforma della Prescrizione si basava su principi diversi. “Prevedeva una riforma del processo penale che si è persa nei meandri di palazzo Chigi“. Per l’azzurra Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia, non ci sono mezzi termini: “Una riforma giacobina, incostituzionale, inemendabile e destinata anche a ingolfare i lavori della Cassazione“.