Caos procure, Bonafede: “Separerò le toghe dalla politica. Sto con il Colle”

Il ministro d'accordo con il Presidente della Repubblica

Foto Roberto Monaldo / LaPresse in foto Alfonso Bonafede

ROMA – “Io non entro nel merito di decisioni che non mi competono, ma come ministro della Giustizia ho due compiti: quello di iniziare le azioni disciplinari (cosa che ho fatto nei confronti di alcuni consiglieri) e quello di avviare un pacchetto di norme che impediscano il ripetersi di fatti come quelli emersi. La penso esattamente come il presidente della Repubblica: è necessario cambiare le regole per voltare pagina”. Lo dice il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in un’intervista a ‘La Stampa’. “Lo dico più chiaramente – aggiunge – dobbiamo alzare un muro che tenga distante la politica dalla magistratura”, per esempio “riducendo il potere delle correnti e stabilendo un principio: i magistrati che entrano in politica non possono tornare indietro. Inoltre il nuovo progetto si deve fondare sul merito”.

Le pagelle per i magistrati? “Quelle in qualche modo ci sono già. I magistrati sono soggetti a valutazioni di vario tipo. Dobbiamo cercare di rendere i parametri assolutamente oggettivi. L’importante è che il cambiamento non avvenga sulla base di un’onda emotiva – sottolinea Bonafede – ma con un’attenta riflessione in Parlamento”. “A capo delle procure vanno i magistrati migliori. E che con la riforma in arrivo blinderemo la meritocrazia. Aggiungerei che i nostri magistrati sono tra i migliori al mondo, perché non hanno solo passione, ma anche grande coraggio”.

Le piace esagerare? “Al contrario. Fotografo l’esistente. I capi delle procure sono tutti di altissimo livello. Ma non ci sono dubbi che il correntismo provochi delle degenerazioni”, risponde.

(LaPresse)


LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome