ROMA – “Io non entro nel merito di decisioni che non mi competono, ma come ministro della Giustizia ho due compiti: quello di iniziare le azioni disciplinari (cosa che ho fatto nei confronti di alcuni consiglieri) e quello di avviare un pacchetto di norme che impediscano il ripetersi di fatti come quelli emersi. La penso esattamente come il presidente della Repubblica: è necessario cambiare le regole per voltare pagina”. Lo dice il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in un’intervista a ‘La Stampa’. “Lo dico più chiaramente – aggiunge – dobbiamo alzare un muro che tenga distante la politica dalla magistratura”, per esempio “riducendo il potere delle correnti e stabilendo un principio: i magistrati che entrano in politica non possono tornare indietro. Inoltre il nuovo progetto si deve fondare sul merito”.
Le pagelle per i magistrati? “Quelle in qualche modo ci sono già. I magistrati sono soggetti a valutazioni di vario tipo. Dobbiamo cercare di rendere i parametri assolutamente oggettivi. L’importante è che il cambiamento non avvenga sulla base di un’onda emotiva – sottolinea Bonafede – ma con un’attenta riflessione in Parlamento”. “A capo delle procure vanno i magistrati migliori. E che con la riforma in arrivo blinderemo la meritocrazia. Aggiungerei che i nostri magistrati sono tra i migliori al mondo, perché non hanno solo passione, ma anche grande coraggio”.
Le piace esagerare? “Al contrario. Fotografo l’esistente. I capi delle procure sono tutti di altissimo livello. Ma non ci sono dubbi che il correntismo provochi delle degenerazioni”, risponde.
(LaPresse)