NAPOLI – La Regione Campania, con il governatore Vincenzo De Luca, fa ancora una volta di testa sua (come già accaduto per le immunizzazioni in massa sulle isole) e, come se i cittadini non fossero già abbastanza confusi, si inventa una nuova scadenza per la seconda dose dei vaccini Covid Pfizer e Moderna. Sembrava che la parola definitiva fosse stata detta dal ministro della Salute, con la previsione – a partire dai pazienti vaccinati lunedì scorso – del termine di 40 giorni per il richiamo. Una scadenza già diversa da quella raccomandata da Pfizer. Già questo cambiamento – che non riguarda comunque chi ha ricevuto la prima dose fino a domenica scorsa – aveva causato equivoci fra i cittadini. Adesso, in base alla nota diffusa ieri dalla Regione, a partire da oggi la seconda dose sarà somministrata dopo 30 giorni. Una scadenza intermedia fra quella raccomandata da Pfizer e adottata finora – 21 giorni – e i 40 giorni decisi a livello nazionale.
“In relazione all’intervallo di tempo – si legge nella nota di Palazzo Santa Lucia – tra la prima e la seconda dose di vaccino Pfizer e Moderna che da nuove indicazioni del Ministero della Salute va somministrata “entro i 42 giorni”, si comunica che l’Unità di Crisi ha dato mandato alle Aziende Sanitarie di prevedere l’intervallo di tempo tra la prima e la seconda dose a 30 giorni, in ragione del nuovo programma di consegne comunicato dalla Struttura Commissariale”. Quindi, cittadini che da oggi riceveranno la prima dose di Pfizer o Moderna saranno convocati dopo 30 giorni per il richiamo, mentre quelli già vaccinati fino a ieri saranno convocati entro i 21 giorni (Pfizer) o 28 giorni (Moderna) e comunque non oltre il 30° giorno dalla prima inoculazione”.
Si tratta di un dietrofront per la Regione, che in una nota del 10 maggio, si era in un primo momento conformata a quanto deciso dal Governo nazionale, stabilendo che i richiami per Pfizer e Moderna andassero fatti dopo 40 giorni. Secondo il Comitato tecnico scientifico, la nuova scadenza dei 42 giorni non compromette l’efficacia del vaccino.
“Non si capisce che senso abbia questo allungamento – commenta Lorenzo Medici, responsabile regionale della Fp Cisl – visto che la Pfizer ha confermato la scadenza dei 21 giorni dalla prima dose. C’è l’ok del Comitato tecnico scientifico, d’accordo, ma il Cts dovrebbe svolgere il suo ruolo sempre, non a corrente alternata. Non ci sono studi, almeno non studi pubblici, sugli effetti della differenziazione temporale fra prima e seconda dose. Poi ci si lamenta che non c’è la comunicazione giusta, ma così si crea confusione. Un po’ come, del resto, succede per le riaperture delle attività, che andrebbero tarate in funzione dei dati scientifici, mentre sembra che accada il contrario, con i numeri della pandemia tarati in funzione delle esigenze dell’economia”.