ROMA – La barzelletta tutta italiana legata al campionato di Serie B – e di conseguenza al torneo di Serie C – si arricchisce di una nuova puntata. Questa mattina, infatti, il Consiglio di Stato ha sospeso i provvedimenti adottati dal Tar del Lazio solo pochi giorni fa. Quando il torneo cadetto sembrava sul punto di poter ritornare a 22 squadre, se non a 23. E invece, si ‘torna’ a 19 semmai ci sia stata la possibilità di una reale modifica della situazione. A oltre due mesi dall’inizio della stagione, verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere.
Il Consiglio di Stato ribalta il Tar: la Serie B a 19 squadre non si tocca
La decisione è arrivata pochi minuti fa. Il Consiglio di Stato ha accolto l’istanza di sospensiva cautelare del provvedimento adottato dal Tar del Lazio, presentata dalla Lega. Fissata anche la discussione collegiale per il prossimo 15 novembre. L’effetto immediato è il ritorno in vigore di tutti quei provvedimenti che il tribunale amministrativo aveva a sua volta sospeso solo qualche giorno fa. Tra questi, anche quello con cui l’allora commissario Fabbricini aveva bloccato i ripescaggi a metà agosto. “Non appare sussistere un sufficiente fumus boni iuris in merito all’effettivo superamento, da parte del commissario straordinario della Figc nell’adozione degli atti impugnati, dei limiti della delega conferitagli”, si legge nelle motivazioni.
Le motivazioni: “Prevalenti sicurezza e garanzia del regolare svolgimento dei campionati ormai in corso”
Sostanzialmente, il Consiglio di Stato ritiene che i giochi siano ormai fatti. Con Palermo-Venezia, ieri, ha preso il via la nona giornata di campionato. “Nel dovuto bilanciamento tra gli interessi contrapposti, quello generale alla sicurezza e garanzia del regolare ulteriore svolgimento dei campionati ormai già in corso allo stato permane prevalente, anche per la sua ora accentuata caratterizzazione”, si legge ancora. Per i giudici, inoltre, “appaiono sussistere i presupposti di estrema gravità ed urgenza, tale da non consentire neppure la dilazione fino alla data della camera di consiglio”. Tutto come prima, quindi.