NAPOLI – Il tracciamento dei positivi è allo sbando, i costi dei tamponi pesano sulle famiglie e la Regione chiede una mano ai medici di base, che però non danno disponibilità assoluta. Oggi i dirigenti del settore Sanità dell’Ente incontreranno i rappresentanti dei camici bianchi per stringere un accordo sui tamponi rapidi da effettuare gratuitamente negli studi dei medici di famiglia. Si punta a rilasciare il certificato di guarigione con sblocco del Green pass per i pazienti che risulteranno negativi e saranno poi inseriti sulla piattaforma regionale. Ci sono però delle difficoltà, spiega il segretario regionale del sindacato di categoria Fimmg Federico Iannicelli: anzitutto, “la maggior parte dei nostri pazienti ha ricevuto 2 o 3 dosi di vaccino e presenta scarsi sintomi, per cui, anche se risultano positivi, non rispettano il periodo di isolamento che consigliamo di fare, in quanto i nostri servizi di prevenzione sono andati da diversi giorni. E’ ricaduto tutto sulla medicina generale: siamo noi a consigliare di fare il tampone in farmacia perché è più rapido rispetto all’Asl, siamo sempre noi a rilasciare il certificato di guarigione al paziente e a seguirlo telefonicamente nei 7 giorni di quarantena. E in questa fase dobbiamo anche rassicurarlo perché un solo componente della famiglia è positivo ma dopo qualche giorno lo sono tutti, fortunatamente con sintomi trattabili”.
A suo tempo, spiega Iannicelli, “si sarebbero dovuti potenziare i servizi, ma non è stato fatto e adesso la maggior parte dei cittadini si rivolge alle farmacie per il tampone. Se lo fa all’Asl, il risultato è più preciso, ma i tempi sono lunghi sia per sottoporsi all’analisi che per l’immissione sulla piattaforma”. Basti vedere le lunghe code di auto ai vari drive through allestiti dalla Regione. dal 10 gennaio i tamponi antigenici rapidi sono validi anche per diagnosticare la positività o la fine quarantena, e quindi, al pari dei tamponi molecolari, possono essere utilizzati anche per il green pass. Attualmente i test antigenici si possono fare in farmacia o nei laboratori autorizzati.
L’idea di coinvolgere i medici di famiglia è condivisa dalla Fimmg, ma “non possiamo fare il tampone a tutti, quindi l’iniziativa andrebbe limitata a un piccolo numero di persone. Oltretutto, dovrebbe essere l’Asl a fornirci il materiale, ma i tamponi non si trovano facilmente quando deve comparali lo Stato. Già a novembre 2020 raggiungemmo un accordo per fare i tamponi, ma la Regione non ce li ha mai forniti e quindi l’intesa è decaduta”.
E c’è anche chi, in questi giorni, nonostante le file per i tamponi ai punti Asl, sta cerando di riportare tutto nell’alveo delle Asl: “Da quanto abbiamo appreso, alla Napoli 1 qualcuno ha scritto una lettera sostenendo che i tamponi devono tornare al servizio di prevenzione: mi va bene, anzi ci solleva da un’altra incombenza, ma a patto che funzioni. Solo a Napoli i residenti sono un milione e 200mila”.