Capodanno a Napoli, è guerra ai botti illegali: sequestrati 44 chili di esplosivo. L’allarme degli artificieri: “Ordigni come bombe, attenzione anche a quelli legali”

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Operazione dei carabinieri
Operazione dei carabinieri

NAPOLI – Mancano due settimane alla notte di San Silvestro, ma per le strade di Napoli e della sua provincia la guerra silenziosa contro i botti illegali ha già raggiunto numeri da bollettino bellico. Dall’inizio dell’anno, il nucleo artificieri del Comando Provinciale dei Carabinieri ha sequestrato e distrutto ben 44 chilogrammi di esplosivo puro, un quantitativo la cui potenza distruttiva è paragonabile a quella di una bomba d’aereo. Un dato allarmante, che non tiene ancora conto dei sequestri che, come ogni anno, si intensificheranno nei giorni a ridosso del 31 dicembre.

L’attività dei militari, però, non si combatte solo nei depositi clandestini e nelle piazze di spaccio. L’arma più potente, spiegano gli specialisti dell’Arma, resta la prevenzione. Un’opera capillare che mira a scardinare le tre cause principali di incidenti, spesso letali: l’inconsapevolezza, l’immaturità e l’ignoranza. Per questo, con l’avvicinarsi delle festività, gli artificieri salgono in cattedra, incontrando centinaia di studenti, soprattutto delle scuole medie, per creare una reale “presa di coscienza” sui pericoli.

Durante questi incontri, il messaggio è duplice e spietatamente diretto. Da un lato, si demonizzano i botti illegali, spesso assemblati senza alcun criterio di sicurezza e paragonabili a veri e propri IED (Improvised Explosive Devices). Dall’altro, si mette in guardia sull’uso improprio degli artifizi legali, che se maneggiati con leggerezza possono provocare ugualmente ferite gravissime. Per rendere il concetto inequivocabile, vengono mostrate immagini reali, crude, di mani dilaniate e volti sfigurati. Il mantra ripetuto fino allo sfinimento è sempre lo stesso: “Mai raccogliere petardi inesplosi”.

Una delle minacce più subdole è rappresentata dai cosiddetti petardi a sfregamento. Sebbene ne esistano versioni legali e sicure, il mercato nero ne propone varianti estremamente pericolose. In un ordigno a norma, la testa a fiammifero, una volta sfregata, accende una miccia a lenta combustione contenuta in un cilindro di gesso, dando il tempo di lanciare il petardo prima che la fiamma raggiunga la polvere esplodente alla base. Negli ordigni illegali, invece, l’assemblaggio rudimentale contamina il gesso con tracce di polvere da sparo. Il risultato è una trappola mortale: la fiamma generata dallo sfregamento bypassa la miccia e innesca direttamente l’esplosivo. Il botto deflagra istantaneamente, nella mano di chi credeva di avere ancora qualche secondo.

Tuttavia, l’emergenza più attuale, secondo gli artificieri, riguarda i petardi cilindrici di medie dimensioni, noti con nomi evocativi come “Cobra” o “Magnum”. In questo settore dilaga la contraffazione: ordigni che imitano nell’aspetto marchi e modelli autorizzati, ma che nascondono un potenziale distruttivo incontrollato e illegale. Un inganno che può costare caro a chi, fidandosi dell’apparenza, acquista un prodotto che è in realtà una bomba.

Accanto a questo arsenale, i sequestri dell’anno hanno portato alla luce anche 3 granate da guerra e 2 bombe a mano, a testimonianza di un mercato nero che non conosce limiti. “Cipolle”, “bombe sinner”, “palloni di Maradona”: nomi di fantasia per oggetti di morte che, messi insieme, compongono un arsenale spaventoso.

La prevenzione passa anche dal rispetto delle regole più basilari, spesso ignorate: i fuochi di categoria F1 possono essere acquistati solo dai maggiori di 14 anni, quelli di categoria F2 dai maggiorenni. Le etichette riportano istruzioni precise che devono essere seguite alla lettera, perché molti incidenti avvengono per un’attivazione errata o in luoghi non idonei. Mentre il conto alla rovescia per Capodanno prosegue, l’impegno dei Carabinieri si intensifica su entrambi i fronti, repressivo e informativo, nella speranza di disinnescare, prima ancora degli ordigni, quelle tragedie che, ogni anno, rischiano di essere annunciate.

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