CAPUA – Condanna in primo grado, con rito abbreviato, per Claudio Sinapi, la moglie Annamaria Fortino e Renaldo Likaj. A far scattare per i tre il verdetto è stata l’indagine, condotta dai carabinieri della Compagnia di Capua, sull’incendio di due automobili finalizzato, questa la tesi degli inquirenti, a convincere alcuni cittadini a vendere a prezzo vantaggioso la loro abitazione situata in piazza Di Rauso. Secondo il pubblico ministero Gerardina Cozzolino, Sinapi e Fortino volevano acquistare da quelle che saranno le vittime delle loro ipotizzate condotte criminali una loro casa. Ma non riuscivano a spuntarla nella trattativa. E così la coppia, dopo aver avuto atteggiamenti persecutori nei loro confronti, sarebbero arrivati a rivolgere esplicitamente minacce alla famiglia del titolare dell’appartamento che volevano comprare: “Visto che non siete disposti a vendere la cosa, provvederò io a prendere altre strade per terze persone”, “Vi conviene andare via di qua”. Sono alcune delle frasi che i due avrebbero indirizzato alle vittime. E queste altre strade sarebbero consistite nel coinvolgere alcuni albanesi, incaricando loro di incendiare le vetture dei proprietari come un brutale avvertimento: dovevano vendere, in caso contrario sarebbe potuta finire male per loro.
Sinapi, 62enne, titolare di una palestra, e Fortino, la consorte 52enne, hanno incassato 4 anni di reclusione a testa, Likaj, 26enne albanese, invece, 3 anni e 8 mesi. Era a giudizio anche Gazmir Shahu, 39enne albanese, ma la sua posizione è stata stralciata: affronterà il dibattimento. Ad emettere il verdetto è stato il giudice Daniela Vecchiarelli del Tribunale di S. Maria Capua Vetere.
I raid incendiari oggetto del processo si verificarono nel novembre 2022, quando fu bruciata una Fiat 500 di proprietà del capofamiglia finito nel mirino di Sinapi e consorte, e nel maggio 2023, quando ad essere colpita da un rogo fu la macchina della figlia della vittima.
La coppia avrebbe assoldato albanesi per poche migliaia di euro per realizzare questi raid. Nel collegio difensivo degli imputati, da ritenere innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile, gli avvocati Giuseppe Stellato, Paolo Di Furia, Anna Orsi e Romolo Vignola.