Capua, uccise a botte lo zio disabile: condannato 43enne

Dopo il delitto si nascose tra i senzatetto delle stazioni prima della cattura a Napoli

Petru Muntean, la vittima
Petru Muntean, la vittima

CAPUA – Si è concluso con una pesante condanna il processo contro Octavian Muntean, accusato dell’omicidio del suo zio disabile Petru Muntean. La Corte di Assise di Santa Maria Capua Vetere, presieduta dal giudice Roberto Donatiello e con Honoré Dessì come giudice a latere, ha inflitto a Muntean una pena di ventiquattro anni di reclusione. Il pubblico ministero Albenzio Ricciardiello aveva richiesto la condanna all’ergastolo per Octavian Muntean, sostenendo che il crimine fosse di una brutalità inaudita. Tuttavia, la difesa, rappresentata dall’avvocato Nicola Savino Vita, ha cercato di mitigare la pena, riuscendo a ottenere una condanna meno severa rispetto alla richiesta iniziale.

Il crimine


L’omicidio di Petru Muntean, avvenuto il primo luglio di due anni fa, è stato descritto come particolarmente cruento. Secondo quanto emerso durante il dibattimento, la vittima, un uomo di 62 anni affetto da disabilità, aveva subito lesioni e traumi contusivi alla testa, specificamente ai lobi temporali. Inoltre, il medico legale ha riportato la presenza di lesioni lacero-contue all’emitorace sinistro. Le percosse erano state inflitte dall’alto verso il basso, sfruttando la condizione di vulnerabilità della vittima, già debilitata da un ictus che lo aveva costretto su una sedia a rotelle.
Petru Muntean fu ritrovato morto dal fratello, con cui viveva in condizioni di estrema indigenza negli spogliatoi di un campo sportivo abbandonato di via Giardini a Capua. Il corpo senza vita giaceva a terra, vicino alla carrozzina, evidenziando la tragica fine di un uomo già segnato dalla sfortuna Il Tribunale ha riconosciuto la brutalità e la premeditazione del gesto, aggravato dalla condizione di vulnerabilità della vittima. La difesa, nonostante gli sforzi, non è riuscita a evitare una condanna severa, vista l’evidenza delle prove presentate e la testimonianza schiacciante del medico legale.
Era il primo agosto del 2022 quando i carabinieri arrestarono a Napoli il Octavian Muntean, oggi 43enne. L’uomo fu fermato mentre era in fila alla mensa di una onlus di via Marittima. I carabinieri della compagnia di Capua lo cercavano dai momenti successivi al delitto, quando aveva fatto perdere le tracce, rifugiandosi tra i senzatetto delle stazioni ferroviarie del Casertano e poi di Napoli. Il 62enne Petru Montean, da tempo sulla sedia a rotelle dopo essere stato colpito da ictus, fu trovato cadavere la sera del primo luglio nella sua abitazione di fortuna realizzata negli spogliatoi dell’ex campo sportivo di via Giardini con ferite al volto e al capo. L’uomo fu rinvenuto riverso a terra dal fratello, che era andato a trovarlo come faceva spesso. Inizialmente si pensava ad una caduta, ma dall’autopsia effettuata all’istituto di medicina legale di Caserta sulla salma del 62enne, emerse che le ferite erano compatibili con un’aggressione con bastone o corpo contundente.

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