ROMA – “Fuori dalla legalità, e addirittura, nella violenza non si può parlare di protesta: si deve parlare semplicemente di atti criminali”. Così il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, durante la sua relazione al Senato sulla situazione delle carceri. “Lo dico anche per sottolineare che le immagini dei disordini e gli episodi più gravi sono ascrivibili ad una ristretta parte dei detenuti; la maggior parte di essi, infatti, ha manifestato la propria sofferenza e le proprie paure con responsabilità e senza ricorrere alla violenza”, ha aggiunto.
Il bilancio
“Il bilancio complessivo di queste rivolte è di oltre 40 feriti della polizia penitenziaria (a cui va tutta la mia vicinanza e l’augurio di pronta guarigione) e purtroppo di 12 morti tra i detenuti per cause che, dai primi rilievi, sembrano perlopiù riconducibili ad abuso di sostanze sottratte alle infermerie durante i disordini”.
Il ringraziamento alla polizia penitenziaria
“Permettetemi di ringraziare la polizia penitenziaria e tutto il personale dell’amministrazione penitenziaria perché, ancora una volta, hanno dimostrato professionalità, senso dello Stato e coraggio nell’affrontare, mettendo a rischio la propria incolumità, situazioni molto difficili e tese in cui, ciò che fa la differenza è spesso la capacità di mantenere i nervi saldi, la lucidità e l’equilibrio nell’intuire e scegliere, in pochi istanti, la linea di azione migliore per riportare tutto alla legalità”, ha detto Bonafede.
(LaPresse)