CARINARO – La Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da Fabio Della Volpe, 25enne di Carinaro, contro l’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Napoli del 15 ottobre scorso. Il giovane, assistito dall’avvocato Antonio Nerone, aveva impugnato il provvedimento che revocava la misura alternativa dell’affidamento in prova e disponeva gli arresti domiciliari, con richiesta di trasformarla in detenzione domiciliare.
Secondo la Suprema corte, i motivi del ricorso erano privi di specificità, limitandosi a sostenere l’astratta compatibilità tra le misure senza affrontare le motivazioni dell’ordinanza impugnata. In particolare, la decisione di revoca era stata adottata in seguito alla contestazione a Della Volpe di un reato ritenuto gravissimo e incompatibile con la prosecuzione della misura alternativa, ovvero l’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dal metodo mafioso. Secondo la Dda ha fatto parte di un gruppo criminale, guidato da Aldo Picca, boss del clan dei Casalesi, e dal suo braccio destro, Salvatore De Santis, alias Buttafuori.
La Cassazione ha quindi confermato la decisione del Tribunale, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende. L’udienza si è svolta il 30 gennaio, ma le motivazioni son state rese note la scorsa settimana. Per l’accusa di associazione finalizzata allo spaccio, Della Volpe dovrà affrontare un processo.