Carmine Furgiero, dal video virale sul web alla piazza della Sposa

Carmine Furgiero, dal video virale sul web alla piazza della Sposa
Carmine Furgiero, dal video virale sul web alla piazza della Sposa

NAPOLI – Era il 2010 quando un video iniziò a fare il giro del web. Una vasca con alcuni bambini all’interno, lo sfondo dei vicoli dei Quartieri Spagnoli, e un uomo che parla a un microfono tenuto da un giornalista. Era piena estate e l’intervistato, Carmine Furgiero, raccontò la modalità con cui faceva rinfrescare i bambini del quartiere, attraverso una piccola vasca adibita a piscina. “La sera la ‘lempio’ e la mattina la svacanto”, disse Furgiero ‘inciampando’ tra l’italiano e il dialetto napoletano. Fino a ieri, secondo la Dda, Furgiero era il gestore della piazza di spaccio più redditizia dei Quartieri Spagnoli, quella in vico Canale Taverna a Penta, la ‘piazza della Sposa’. Gli inquirenti dell’Antimafia hanno documentato come, a partire dal 2018, tra i vicoli si è assistito alla contestuale presenza di due organizzazioni criminali, una attiva nella ‘piazza della Sposa’, l’altra nella zona del centro storico.

Furgiero diventò ben presto un obiettivo dei MasielloSaltalamacchia-Esposito

Nell’ordinanza firmata dal gip Carlo Sarno è ricostruita, nei dettagli, la situazione criminale ‘esplosiva’ tra i vicoli. L’8 gennaio 2020 ci fu un summit tra i boss Eduardo Saltalamacchia, Vincenzo Masiello e Antonio Esposito. Oggetto della riunione fu proprio la piazza di Furgiero. Saltalamacchia criticò Masiello sia per come aveva gestito i rapporti con la piazza di spaccio di Furgiero, da cui, a suo dire, provenivano introiti non adeguati al volume di affari illeciti realizzati dallo stesso nella vendita degli stupefacenti, sia per il tenore di vita ostentato dallo stesso Masiello tale da far sospettare che lo stesso si fosse appropriato alle somme di denaro destinate al ‘sistema’. 

I tre boss, inoltre, facevano fronte comune nella risoluzione della vicenda avvenuta tra la sera del 17 e la notte del 18 maggio 2020, quando, verso le 22, ci fu un attentato in vico Canale a Taverna Penta, nei confronti della piazza di spaccio di Furgiero, alias ’o Pop, da parte di Paolo Pesce, deceduto nel marzo dell’anno scorso. 

Pesce e Domenico Masi, soggetti appartenenti al gruppo ‘Teste Matte’ e a una piazza di spaccio, chiesero denaro a Furgiero per permettergli di continuare a spacciare indisturbato, ma o’ Pop si rifiutò. Immediatamente dopo avveniva l’incendio della porta d’ingresso dell’abitazione di una nipote di Pesce. Furgiero, legato al gruppo Masiello-Saltalamacchia-Esposito, si rivolse proprio ai boss per ottenere protezione. In conseguenza dell’incendio della porta dell’abitazione della nipote, verso le 23,30, Pesce affrontò subito i Masiello, prima verbalmente in vico Tre Regine, poi iniziò a girovagare per i Quartieri Spagnoli, insieme a Masi, in cerca di qualcuno non meglio identificato.

Il movente di tutta l ‘azione si desume, dal discorso avvenuto verso le 3,15 all’interno dell’abitazione di Gaetano Masiello. Dalla conversazione si capì che Furgiero versava la somma di 250 euro a settimana a Pesce dai proventi della sua piazza di spaccio, ma improvvisamente aveva deciso di non versarli più; tale decisione aveva fatto adirare Pesce, che si era determinato a compiere una aggressione ai danni di ’o Pop.

Dalle immagini e dalla ricostruzione complessiva dei fatti operata dai diversi organi di polizia giudiziaria, risulta documentato che dopo l’aggressione annata compiuta da Pesce sulla piazza di spaccio di Furgiero, quest’ultimo, unitamente ai suoi sodali, forti del suo legame con i Masiello, e tenuto conto della considerevole quota sistematicamente versata al ‘sistema’ dei Quartieri Spagnoli, appena subìto l’attentato in vico Canale a Taverna Penta, si precipitava dai Masiello, al fine di ottenere una adeguata tutela di fronte alla aggressione di Pesce. A  casa  Masiello  saranno  convocati  anche  Saltalamacchia ed Esposito. Importantissima la circostanza che sia stato chiamato in causa anche Esposito, solitamente più defilato, il quale, con Vincenzo Masiello, su uno scooter con targa coperta, si recò presso la piazza di Furgiero, dove poi si ebbe la presenza anche di Eduardo Saltalamacchia.

Il volume di affari: 2 milioni all’anno

La piazza di spaccio della Sposa, in vico Canale a Taverna Penta, era la più redditizia e ambita. Tant’è che erano in tanti a guardare con invidia Carmine Furgiero, alias ’o Pop, indicato dagli inquirenti come gestore, promotore e organizzatore dell’attività illecita in quella che, a tutti gli effetti, viene considerata la sua ‘fortezza’. E sono i numeri a dirlo. “Il volume di affari dell’organizzazione criminale investigata – recita una annotazione della polizia giudiziaria presente nell’ordinanza – in relazione, sempre, ai vari acquirenti e, quindi, è senza alcun dubbio di gran lunga superiore a quello scoperto e accertato. Se si considera, infatti, che nel corso di una singola giornata/serata/nottata, la ‘sala regia’ viene contattata, mediamente, circa 50 volte, unito al via vai di persone riprese dalle telecamere che, giornalmente, si osservano arrivare appiedate e non in vico Canale a Taverna a Penta, intente ad acquistare de visu lo stupefacente, il volume di affari si aggira, approssimativamente, di 4mila euro giornalieri; se a questi, si aggiungono le cessioni concordate via WhatsApp e/o su altre utenze telefoniche non intercettate, il volume complessivo d’affari potrebbe passare da 4mila a 7mila euro circa al giorno, per un introito lordo finale di circa 210mila euro mensili e, quindi, oltre 2 milioni di euro annui”.

Gli investigatori precisano “che gli abituali acquirenti escussi a sommarie informazioni sono stati presi a campione e che, quindi, essi, di fatto, sono decisamente di numero superiore”

Per ‘sala regia’ si intendono Luigi Furgiero, figlio di Carmine ’o Pop, e Vincenzo Massa. “La regia, ricevuto l’ordinativo – si legge ancora nelle 798 pagine del provvedimento eseguito ieri – demanda al pusher di turno (la maggior parte delle volle Alula Tesema e Giovanni Punzo) la cessione. Ad ogni modo, l’escussione a sommarie informazioni di diversi abituali acquirenti/clienti del sodalizio investigato ha chiarito, ulteriormente e inequivocabilmente, l’attività di spaccio di sostanze stupefacenti confermando, al di là di ogni ragionevole dubbio, il modus operandi adoperato dall’organizzazione indagata”. 

Nemmeno il Covid è riuscito a fermare il sodalizio. Tant’è che gli investigatori hanno documentato episodi di cessione di stupefacente, fuori quartiere, durante il lockdown. Nel marzo 2020 Luigi Furgiero avrebbe consegnato stupefacenti, dopo essere stato contattato via telefono dal cliente di turno, addirittura nella lontana via Cilea, al Vomero, e in piazza Dante.  

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