CASERTA – Veicoli che arrivano con mesi di ritardo, aumento del prezzo della merce, rincari pesanti sul prezzo del carburante e su tutto un calo impressionante negli acquisti di nuovi veicoli, su cui pesano inflazione, caro-vita e caro-energia: è crisi nera nel settore dei motori, una catastrofe economica iniziata con la pandemia e proseguita con i problemi creati dalla guerra in Ucraina, che minaccia di far precipitare nel baratro le rivendite del Casertano.
“La situazione non fa che peggiorare – sono le parole di Gaetano Cervo della concessionaria Cervo Auto – La guerra continua a creare problemi, soprattutto per quanto riguarda le componenti che arrivano dai paesi esportatori come la Cina. Non solo: anche le consegne dei veicoli vengono effettuate oltre i tempi previsti. Le auto nuove vengono consegnate con mesi di ritardo, anche più di dieci nei casi peggiori, dalla firma del contratto. Il caro energia ha inoltre bloccato la vendita delle auto a motore elettrico. Chi acquistava un veicolo ibrido lo faceva con l’intenzione di risparmiare sul carburante. Oggi però, con gli aumenti sull’elettricità, i clienti sono scoraggiati dall’acquistare i nuovi veicoli. Criticità ci sono anche per il mercato dell’usato, in cui spesso vengono fatte numerose truffe, scaricando i chilometri e provando a ‘raddrizzare’ veicoli in cattive condizioni. Noi siamo professionisti della vendita ed è per questo che abbiamo deciso di non muoverci su questo tipo di mercato, poco sicuro, per tutelare i nostri clienti”.
Un circolo vizioso, quello degli aumenti, che stringe nelle proprie spire l’intero settore dei motori. Sui consumi pesa il caro-vita e le famiglie, di fronte alla crisi, tagliano sull’acquisto di veicoli che non siano immediatamente necessari. “I clienti subiscono il peso dei rincari e gli affari sono precipitati – a parlare è Gaetano De Filippo di Fuorigiri Srl – Se i lavoratori stipendiati non riescono ad arrivare a fine mese l’acquisto di auto e moto viene inevitabilmente tagliato. Anche per le aziende la situazione non è felice. Abbiamo ricevuto bollette fino al triplo del prezzo che pagavamo prima. Stavamo appena uscendo da due anni di pandemia che è scoppiata la guerra, portando con sé gli aumenti. Non è stato un bene per i consumatori né per le aziende. La situazione non è migliorata. Anzi, non abbiamo ricevuto aiuti dalla politica o dal governo. Siamo uno dei settori più discriminati e dimenticati. Già nel periodo del post-covid la situazione era grave ma ora, dopo lo scoppio della guerra, il settore è davvero in ginocchio”.
I rivenditori guardano con timore all’arrivo dell’inverno, che potrebbe portare a ulteriori aumenti, dall’energia alle materie prime. “Questa situazione, come confermano gli esperti, durerà almeno per 2 o 3 anni – sono infatti le parole di Carlo Bernardo, di Auto Prima – Noi speriamo che finisca presto ma temiamo che, invece, non passerà così facilmente. Il settore è in crisi, sotto tutti i punti di vista, dai veicoli in sé per finire agli accessori e i ricambi. La carenza di materiali si sta rivelando disastrosa. Per le prenotazioni dei veicoli nuovi ci sono da attendere fino a 6, 8 mesi. E tutto poi arriva dopo due disastrosi anni di pandemia. Se un concessionario è costretto a chiudere il problema si estende a tante altre realtà. In primo luogo a soffrire saranno le famiglie. Perché un azienda che chiude comporta la perdita di lavoro per molti. La cosa peggiore è che non si tratta di una crisi passeggera”. Il caro energia preoccupa sempre di più. A Caserta la commissione consiliare studia il piano per contenere i rincari. A Casagiove la mensa scolastica è aumentata del 40%. Monta la protesta delle famiglie all’esterno del Municipio.
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