ROMA – Lega, Forza Italia e Azione chiedono “30 miliardi al governo” per supportare imprese e famiglie. Salvini ha sottolineato che “servono 30 miliardi di euro di aiuti”, mentre Berlusconi ha chiesto “un decreto e poi ripartire col nucleare sicuro”, mentre Carlo Calenda, ha insistito sulla sua proposta di “una tregua elettorale per chiedere tutti insieme a Draghi uno scostamento di bilancio perché servono 30 miliardi”.
La linea del governo
L’esecutivo già da domani sarà al lavoro per valutare le risorse economiche, anche se il premier Mario Draghi e il ministro dell’Economia e delle Finanze, Daniele Franco hanno sottolineato che “non ci sarà nessun ricorso a un aumento del deficit, nonostante il pressing dei partiti affinché si finanzino i nuovi sostegni con uno scostamento di bilancio”. All’orizzonte si intravede la proroga del taglio delle accise sui carburanti oltre che il taglio di 30,5 centesimi al litro del prezzo della benzina e del gasolio. Probabile anche un pacchetto di settimane di cassa integrazione gratuita per le imprese che, causa i costi del gas alle stelle, sono costrette, giocoforza, a ridurre o a bloccare la produzione.
30 miliardi
Il governo guarda anche al “rafforzamento del credito d’imposta sui maggiori costi delle bollette, che è del 25% degli stessi per le imprese energivore e gasivore e del 15% per le altre, ed è stato già finanziato anche per le bollette del terzo trimestre dell’anno con 3,4 miliardi di euro nel decreto legge Aiuti bis”. Da valutare anche “l’aumento delle aliquote del credito d’imposta, la sua estensione anche agli esercizi commerciali, la proroga al quarto trimestre del 2022”.
Famiglie
Per quanto concerne gli aiuti alle famiglie, invece, l’ipotesi più probabile sarebbe quella della rateizzazione delle bollette (ad oggi prevista solo per il primo semestre 2022 e con un massimo di 10 rate). Meno probabile appare, invece, il “rafforzamento del bonus sociale per le famiglie a basso reddito (fino a 12mila euro di Isee)” così come “l’ampliamento della platea dei beneficiari (adesso 5,2 milioni di famiglie)”.