Tijuana (Messico), 3 dic. (La Presse/AFP) – I migranti partiti a metà ottobre dall’Honduras in carovana e diretti negli Stati Uniti sono ormai sparpagliati a Tijuana, nel nordovest del Messico, e degli oltre 6mila arrivati al confine Usa solo di 2.500 si sa dove si trovino. Secondo un conteggio ufficiale annunciato ad AFP. Per più di due settimane circa 6mila migranti, la maggior parte famiglie dell’Honduras, sono stati ospitati in un centro sportivo dalle autorità di Tijuana. Qui in un quartiere decentrato, a pochi metri dal muro di frontiera. Ma le forti piogge e le temperature basse che hanno colpito la città questa settimana hanno in molti casi aggravato delle infezioni respiratorie e le autorità hanno trasferito i migranti in un nuovo rifugio, un centro per spettacoli a metà coperto. Il responsabile del Comune di Tijuana per gli Affari sociali, Mario Osuna, ha detto ad AFP che qui si trovano circa 2mila migranti, mentre altri 500 sono rimasti vicino al primo campo, ormai chiuso, dormendo nella stessa strada. Restano dunque circa 3.500 migranti, dei quali “ignoriamo dove si trovino, se stanno tornando indietro o cercano aiuto per tornare”, ha spiegato Osuna.
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“Molti non sono venuti in questo rifugio. Hanno preferito prendere la loro strada, a Tijuana, o passare dall’altra parte”, cioè negli Stati Uniti, con l’aiuto di passeur, racconta uno dei migranti della carovana, Darwin Martinez, honduregno di 28 anni. Alla fine di novembre le forze dell’ordine Usa avevano respinto circa 500 migranti che provavano ad attraversare la frontiera, usando lacrimogeni. Questo episodio ha traumatizzato molti migranti, che si sono rassegnati a tornare indietro o a fermarsi in Messico. Circa 2.250 si sono iscritti a un programma specifico che consegna visti umanitari per risiedere in Messico; l’esame delle domande può durare diverse settimane e finora solo in pochi sono riusciti a ottenere un lavoro, secondo i dati ufficiali.