Washington (LaPresse/AFP) – Il ministero americano della Sicurezza interna ha chiesto al Pentagono la proroga della missione dei soldati dispiegati al confine messicano. Spostando la data del 15 dicembre inizialmente fissata come termine sino al 31 gennaio. Attualmente 5.600 soldati si trovano alla frontiera tra Stati Uniti e Messico, a sostegno delle guardie di confine. Il presidente Donald Trump ha annunciato il dispiegamento prima delle elezioni legislative del 6 novembre. Mentre migliaia di profughi del Centroamerica procedevano verso le frontiere con la speranza di entrare negli Usa. La portavoce del dipartimento, Katie Waldman, ha citato come motivazione il fatto che “la minaccia prosegue”. Il ministero della Difesa ha fatto sapere che sta studiando la richiesta.
Oltre ai soldati, circa 2.100 riservisti della Guardia nazionale hanno ricevuto la lettera di partenza verso il confine in primavera. Per i detrattori, l’operazione ha avuto l’obiettivo soltanto galvanizzare gli elettori repubblicani prima del voto di metà mandato. Sinora, i militari hanno soprattutto installato chilometri di filo spinato lungo il fiume Rio Grande, che separa le due nazioni. A Tijuana, di fronte alla città americana di San Diego in California, varie centinaia di migranti domenica scorsa hanno tentato di sfondare il confine superando la barriera metallica. Hanno dovuto far conto in gran parte con la respinta.