CASAL DI PRINCIPE – Minacce al sindaco Renato Natale sulla questione dell’abbattimento della casa abusiva in via Ancona. Ma il Comune va avanti: dopo la ricerca di due locali andata deserta si guarda a Caritas, Diocesi, parrocchie e organizzazioni di volontariato per trovare un alloggio alle due famiglie che dovranno lasciare lo stabile a metà maggio. Un periodo di alta tensione sociale quello che si vive in città per via degli abbattimenti già previsti in via Ancona ma anche per altri che seguiranno. Tensione alimentata dall’emergenza sanitaria in corso ma soprattutto da alcune minacce che sono state indirizzate al sindaco di Casal di Principe Renato Natale.
La questione in attesa di trovare una sistemazione per le due famiglie dopo l’esito negativo della ricerca avviata dal Comune e rivolta ai privati per mettere a disposizione locali da affittare è approdata in consiglio comunale venerdì sera. Ed in quella occasione è emersa la questione delle minacce rivolte al sindaco via social. Prima dell’avvio del lavoro del Consiglio piena solidarietà è stata espressa da parte di tutti i gruppi consiliari sia di maggioranza che di opposizione al sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, oggetto di minacce a seguito delle vicende relative alle demolizioni di abitazioni abusive con sentenza definitiva di abbattimento. I consiglieri tutti hanno condannato duramente questi episodi, ricordando inutilità delle parole in momenti in cui deve essere data priorità ai fatti. “Nel ringraziare tutti i gruppi consiliari per la solidarietà espressa alla mia persona per le minacce ricevute sui social (non provenienti dagli interessati alla demolizione, ndr), ritengo doveroso, così come mi ero impegnato a fare in un precedente Consiglio, comunicare gli aggiornamenti sulla vicenda delle demolizioni prevista il prima battuta per il 29 marzo su disposizioni della Procura di Santa Maria Capua Vetere” ha affermato il sindaco.
Lo stesso primo cittadino poi ha aggiunto: “In più occasioni ho fatto presente alle Autorità competenti tutte le enormi difficoltà che esistevano per dare alloggio idonea ai due nuclei familiari in tempi così brevi sottolineando anche il rischio di esporre le due famiglie, ed in particolare i 4 bambini, ad una più grave fragilità sociale. Al nostro grido ai aiuto la Procura aveva concesso 15 giorni di proroga del provvedimento ridefinendo come data il 13 aprile. Nel frattempo è stata attivata tutta la rete del privato sociale e con esso la Diocesi, le Caritas, le Parrocchie, ed altre Organizzazioni del privato sociale; è stata anche sollecitata l’Agenzia dei Beni Confiscati ad accelerare i tempi di consegna di bue beni confiscati alla camorra che, a nostro avviso, potevano essere usati come social housing. Ma – continua Natale – purtroppo quasi a scadenza delle due settimane concessi di proroga, non si era raggiunto alcun risultato. Per questo motivo il giorno 8 aprile ho inviato nota alla Procura, in cui ho relazionato minuziosamente quanto si stava facendo ma che tutto lasciava trasparire l’impossibilità di trovare concrete soluzioni abitative per il 13 aprile, giorno previsto per la demolizione. Contestualmente alla mia nota in Procura chiedevo al presidente del consiglio comunale (Amedeo Capasso, ndr) di convocare con urgenza il consiglio comunale per informare tutti sullo stato dei fatti e sul rischio concreto che giorno 13 aprile due famiglie si sarebbero potuto trovare per strada. Ma con mio immenso piacere a poche ore dal Consiglio ci giunge da parte della Procura una nuova proroga di 45 giorni”. Adesso si lavora per trovare una sistemazione alle due famiglie che rischiano comunque di finire in strada.