Casal di Principe, al clan i soldi della droga: Schiavone accusa il figlio di Martinelli

“Mi avvalevo della collaborazione di Emilio per ricevere i proventi illeciti”. Walter, secondogenito del boss Francesco Sandokan, ha iniziato a collaborare con la giustizia

CASAL DI PRINCIPE – Ha puntato il dito contro chi, con lui, sta affrontando l’udienza preliminare con accuse pesanti: camorra, estorsioni, concorrenza illecita, passaggi tarocchi di quote societarie. Walter Schiavone, confermando la tesi della Dda, al giudice del Tribunale di Napoli ha raccontato che Armando Diana, nipote del boss Elio, Antonio Basco, Nicola Baldascino e Oreste Diana, in nome del clan dei Casalesi, lo hanno aiutato nell’imposizione dei prodotti caseari sul territorio casertano. E’ questo è uno dei temi cardine dell’indagine che lo sorso giugno ha portato al suo arresto e che ora rischia di innescare il processo. Ma nella sua nuova veste di collaboratore di giustizia, Walter, assistito dall’avvocato Domenico Esposito, ha rivolto accuse anche a chi, almeno per ora, con le aule dei tribunali, non c’entra. Walter, secondogenito del capoclan Francesco Sandokan, ai magistrati partenopei ha raccontato “di essersi avvalso della collaborazione” anche di “Francesco Dell’Imperio ed Emilio Martinelli per la ricezione dei proventi illeciti derivanti dallo spaccio di stupefacenti”.
Il Martinelli tirato in ballo dal Schiavone è figlio al boss Enrico, ergastolano, che affiancando Antonio Iovine (pentito dal 2014) nella gestione della cosca, ha ricoperto un ruolo di vertice nel clan. Nei mesi scorsi, attraverso i suoi legali, Enrico Martinelli ha tentato di lasciare il 41 bis a cui è sottoposto da diversi anni, chiedendo una misura detentiva meno pesante. Ma la Cassazione ha risposto picche, ratificando la scelta del Tribunale di sorveglianza di Bologna. E tra i motivi elencati dai togati per tenerlo al carcere duro c’è “il mantenimento” proprio da parte di suo figlio Emilio “di rapporti con esponenti apicali del clan, per come emerso dalle indagini riportate nella nota della Dna del 7 maggio 2020”.
Le figure di Emilio Martinelli e Dell’Imperio erano già emerse nell’inchiesta condotta dai carabinieri del Nucleo investigativo di Caserta che a giugno ha portato all’arresto di Schiavone. Ma per i due la Procura non aveva deciso di procedere. Le parole di Schiavone potrebbero spingere la Dda, adesso, ad attivare nei loro confronti un nuovo filone investigativo.
I reati di cui risponde Schiavone (camorra, pizzo, concorrenza illecita e trasferimento fraudolento di beni) sono contestati anche a Bianco e a Diana. Trasferimento fraudolento di beni e concorrenza illecita, invece, sono le accuse di cui risponde Nicola Baldascino, 44enne di Casal di Principe. Davide Natale, 26enne di Casale, rischia il processo solo per concorrenza illecita. All’attenzione del gup del Tribunale di Napoli c’è anche la posizione Gaetana Vittorio, moglie di Walter, accusata di favoreggiamento: avrebbe aiutato il marito ad incamerare i profitti illeciti. Nel collegio difensivo gli avvocati Paolo Caterino, Mirella Baldascino, Giuseppe Stellato, Emilio Martino, Gianluca Corvino e Romolo Vignola. L’udienza preliminare che coinvolge Schiavone e gli altri cinque imputati riprenderà a dicembre.

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