Casal di Principe, confiscata la società del fratello di Nicola Schiavone ‘o Russ

Nicola Schiavone 'o russ

CASAL DI PRINCIPE – Respinto dalla Cassazione il ricorso di Isidoro Schiavone, 41enne, fratello di Nicola ‘o Russ, imprenditore legato al clan dei Casalesi. La Suprema Corte ha confermato, rendendola irrevocabile, la confisca del 50% delle quote societarie della Modrer, detenute dal 41enne. Il procedimento risale al 2020, quando il Tribunale di Napoli dispose il blocco delle quote. La confisca fu motivata dalla sproporzione tra i redditi ufficialmente dichiarati da Isidoro Schiavone e gli investimenti effettuati, e seguì la condanna definitiva di Nicola Schiavone per associazione mafiosa.

Assistito dall’avvocato Mario Griffo, Isidoro Schiavone (che non ha condanne per mafia) aveva chiesto la revoca del provvedimento, presentando nuovi elementi a sostegno della legittimità della sua titolarità delle quote. Tra le argomentazioni, l’acquisizione del ramo d’azienda tramite donazioni del padre, Luigi Schiavone, e la presunta attività economica lecita della società. La Corte d’appello di Napoli, nel gennaio 2024, aveva respinto l’istanza, rilevando l’assenza di prove sufficienti per dimostrare l’autonomia patrimoniale e reddituale di Isidoro Schiavone rispetto al fratello Nicola, ritenuto elemento di spicco della mafia dei Casalesi. Tale decisione è stata ora confermata dalla Cassazione, che ha giudicato infondate le contestazioni del ricorrente.

Nella sentenza, la prima sezione penale della Cassazione, presieduta dal giudice Giuseppe Santalucia e con relatore Daniele Cappuccio, ha ribadito che la confisca resta valida anche in presenza della revoca ex nunc della misura di sorveglianza speciale di Nicola Schiavone. La revoca non incide infatti sulla natura delle quote societarie. Inoltre, gli elementi presentati, inclusa la donazione del padre, non hanno trovato riscontri probatori adeguati.

La costituzione della Modrer nel 2005, secondo quanto evidenziato nei procedimenti giudiziari, coincide con il periodo di piena attività criminale di Nicola Schiavone, suggerendo una correlazione tra capitali illeciti e operazioni societarie. Nicola Schiavone è stato detenuto dal 2013 al 2019. Una volta tornato in libertà, secondo quanto documentato dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, avrebbe ripreso a condurre attività illecite, sfruttando il peso della sua storia criminale. Queste condotte lo hanno portato, nel 2021, al ritorno in carcere e a una nuova condanna per associazione mafiosa.

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