Casalesi, Ivanhoe Schiavone: per i giudici è pericoloso. Personalità trasgressiva e pronta a colpire

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Ivanhoe Schiavone e Pasquale Corvino

CASAL DI PRINCIPE – La custodia cautelare in carcere per Ivanhoe Schiavone resta l’unica misura adeguata. È quanto deciso dal Tribunale del Riesame di Napoli (dodicesima sezione penale), che ha respinto il ricorso del 37enne, ultimo figlio di Francesco Sandokan, capoclan dei Casalesi. Ivanhoe era stato arrestato lo scorso luglio insieme a Pasquale Corvino, nell’in- chiesta che ha svelato la gestione occulta di alcuni
terreni agricoli a Grazzanise (in località Selvalunga, a pochi passi dall’aeroporto militare), formalmente intestati ai Corvino ma, secondo l’accusa, riconducibili alla famiglia Schiavone. Su input di Ivanhoe, quelle aree sarebbero state vendute nel 2022 per monetizzare l’investimento che Sandokan aveva compiuto negli anni Novanta. Cedendo tali appezzamenti (circa 13 ettari), il figlio del leader dei Casalesi, dice la Dda, è riuscito a incassare oltre 300mila euro dalla famiglia Natale (che ha comprato). Una vicenda che, per i giudici, dimostra come il solo nome Sandokan continui a incutere timore e sottomissione nell’Agro aversano.

Nell’ordinanza, il collegio presieduto dalla giudice Angela Paolelli sottolinea la ‘particolare gravità’ della condotta estorsiva contestata a Ivanhoe. Anche senza ricorrere alla violenza diretta, spiegano i magistrati, il figlio del boss è riuscito a incutere ‘enorme paura e ansia incontrollata’, tale da far temere alle vittime per la sicurezza dell’intero nucleo familiare in caso di denuncia. L’ipotizzata estorsione si sarebbe verificata, secondo l’indagine condotta dai carabinieri, ai danni dell’agricoltore che da anni coltivava i terreni formalmente intestati a Corvino ma, di fatto, riconducibili a Sandokan.

L’uomo, sostiene la Dda, fu costretto a recedere anticipatamente dal contratto di fitto su richiesta di Schiavone, così da impedirgli di esercitare il diritto di prelazione sull’acquisto di quelle aree. I giudici definiscono Schiavone una ‘personalità altamente trasgressiva’: già
sottoposto a sorveglianza speciale, viene ritenuto capace di ripetere condotte analoghe a quelle oggetto del procedimento per rientrare nella disponibilità di beni e somme lasciati dal padre. Da qui la decisione di confermare la misura più severa. “Il carcere – scrive il Riesame – è proporzionato alla gravità dei fatti e all’entità della pena che potrà essere irrogata”. Una valutazione che restituisce il profilo di pericolosità del rampollo di Sandokan, unico della famiglia ancora in libertà al momento dell’arresto. Il Riesame, se ha confermato il carcere per Ivanhoe, ha disposto una misura più leggerà per Corvino, concedendogli i domiciliari. Ad assistere i due sono rispettivamente i legali Pasquale Diana e Marco Schiavone. Gli indagati sono da considerare innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile.

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