CASAPESENNA – È morta Raffaele Fontana, la madre del boss ergastolano Michele Zagaria ‘Capastorta’. La Questura ha disposto che non potranno essere celebrati in modo pubblico e solenne.
La donna, da diversi anni, aveva lasciato Casapesenna per trasferirsi a San Marcellino, dove ha messo radici il figlio Carmine Zagaria, già condannato per mafia e, stando a quanto sostiene il collaboratore di giustizia Vincenzo D’Angelo, genero del boss Francesco Bidognetti, ora il riferimento della cosca che fa capo al germano Michele, recluso al 41 bis. Come Carmine, sono liberi anche Antonio e Pasquale Zagaria, tutti già con alle spalle condanne per mafia. Presenze che sono monitorate attentamente dagli investigatori.
La Fontana stava affrontando un processo con l’accusa di trasferimenti fraudolenti di beni con l’aggravante mafiosa, in corso dinanzi al Tribunale di S. Maria Capua Vetere. Il reato contestato le ruota intorno alla sua ex azienda agricola situata nel Borgo Appio, frazione di Grazzanise.
La struttura venne sequestrata, ma i figli Carmine e Antonio Zagaria, anche loro a giudizio, si impegnarono per ‘svuotarla’, girando macchinari, crediti e bestiame alle società immacolate di due prestanome: per la Dda di Napoli si tratta dei germani Antonio e Fernando Zagaria, pure loro imputati. Stesso cognome, stessa origine casapesennese, ma non imparentati con il padrino dei Casalesi.
L’azienda agricola era stata colpita da provvedimenti di sequestro e confisca. Ma per continuare a sfruttare i suoi mezzi e il giro d’affari che aveva avviato, i fratelli del boss, ha ricostruito la Dda, grazie alla presunta complicità dell’allora custode giudiziario, il 60enne napoletano Aristide Cassella, riuscirono a far confluire il tutto nelle ditte vergini degli altri due Zagaria.
Un mero cambio formale che non avrebbe intaccato la sostanza dei fatti. Da quel bene, secondo la Procura, il clan non aveva mai tolto le mani.
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