CASERTA – La Procura regionale presso la Corte dei conti ipotizza un danno erariale a carico di 20 dipendenti dell’Asl coinvolti 2 anni fa nell’inchiesta penale per assenteismo sui “furbetti del cartellino”. L’invito a dedurre riguarda Gaetano Alicandri di Santa Maria la Fossa, Elisa Barbato di Aversa, Antonio D’Angelo di Trentola Ducenta (al quale vengono contestati ben 48 episodi di allontanamento dal lavoro), Giuseppe Di Giorgio di Aversa, Valeria Di Giorgio di Aversa, Alberto Gatto di Aversa, Maria Rosaria Genovese di Frattamaggiore, Arturo Geremia di Giugliano, Roberto Lauro di Aversa (34 allontanamenti), Antonio Menditto di Aversa, Alfonso Perrotta di Aversa, Giuseppe Scarpa di Aversa, Salvatore Spadavecchia di Aversa, Maria Rita Spagnuolo di Casaluce, Patrizia Taglialatela di Aversa, Giovanni Verde di Aversa, Pasquale Corvino di Casal di Principe, Antonio Liccardo di Casaluce, Raffaele Muncaro di Lusciano e Patrizia Ventre di Aversa. Corvino, Liccardo, Muncaro e la Ventre non si sarebbero allontanati, ma avrebbero collaborato con i colleghi per attestare falsamente le presenze. Si contesta ai dipendenti il danno patrimoniale derivante sia dal ritenuto ingiustificato esborso di retribuzioni che dalla lesione all’immagine ai sensi del Testo unico del pubblico impiego e dal presunto danno da disservizio, per un totale di quasi 200mila euro a discapito delle casse pubbliche.
Ieri i carabinieri del Nas di Caserta hanno notificato l’invito a dedurre ai dipendenti Asl (dirigenti medici, amministrativi ed infermieri) a vario titolo ritenuti coinvolti in una serie di illeciti allontanamenti dal servizio con conseguente danno all’Erario.
L’indagine trae origine da una segnalazione inviata nel 2017 del direttore generale dell’Asl di Caserta, nella quale si segnalavano molte anomalie in merito all’utilizzo del sistema gestionale delle presenze da parte di un dipendente negli uffici di via Santa Lucia ad Aversa (tra i destinatari dell’atto), da cui risultavano forti discrepanze negli orari delle “timbrature” con cadenza quasi quotidiana.
I primi servizi di osservazione e pedinamento, oltre che con telecamere, consentivano di acquisire numerosi elementi da sottoporre al vaglio dell’autorità giudiziaria sull’ipotesi di assenteismo dal proprio posto di lavoro da parte dei dipendenti per assolvere a delle faccende private.
Dalle indagini effettuate dai Nas a partire dall’estate 2018 fino ad ottobre dello stesso anno è emerso che le ipotesi investigative non erano limitate ad un solo dipendente, ma avrebbero riguardato in tutto 20 persone tra dipendenti e collaboratori dell’Asl.
Al vaglio della magistratura sono stati sottoposti oltre 270 casi di illecito allontanamento. Non sono rari i casi in cui si sospetti che le entrate e le uscite fossero probabilmente timbrate da familiari dei dipendenti.