CASERTA – Non sarà il prefetto Giuseppe Castaldo a valutare il lavoro che produrrà la commissione d’accesso inviata dal Governo per accertare eventuali ingerenze della criminalità organizzata nella gestione amministrativa del capoluogo di provincia. La relazione, una volta pronta, finirà sul tavolo del prefetto Lucia Volpe, che arriva nella città della Reggia dopo aver ricoperto l’incarico di direttore centrale per le risorse umane presso il Dipartimento dei vigili del fuoco. Una porzione rilevante di questo documento che si ritroverà a leggere riguarderà, con molta probabilità, le procedure di assegnazione delle aree parcheggio e i lavori per realizzarli o ampliarli.
È oggetto di un processo (in corso dinanzi al Tribunale di S. Mari C.V.) la vicenda che riguarda il parcheggio di via San Carlo, questione che ha trascinato a giudizio l’ingegnere e dirigente comunale Francesco Biondi. In qualità di capo dell’area Urbanistica, nel 2012, insieme ad altri due architetti, si sarebbe spartito una presunta mazzetta di 200mila euro che avrebbe dato loro Michele Patrizio Sagliocchi, titolare della V&N Immobiliare, “al fine di agevolare l’illecito rilascio del permesso a costruire necessario per la costruzione del parcheggio interrato”, appunto, di via San Carlo. Ipotizzata condotta illecita messa in atto, dice la Dda, per favorire il clan diretto dal boss Michele Zagaria, a cui Sagliocchi, di Villa Literno, sarebbe stato legto. Non è oggetto di alcun processo, invece, la riqualificazione e la gestione dell’area dell’ex Caserma Pollio. Il progetto era stato approvato dalla giunta guidata dal sindaco Carlo Marino lo scorso marzo e prevede la presenza di 130 posti destinati alla sosta delle auto, oltre alla realizzazione di un “Tourist Center”, con attività dedicate all’accoglienza turistica. Pur non essendo materia di procedimenti penali già approdati nelle aule di giusizia, la commissione d’accesso considera questo piano un argomento interessante da approfondire per verificare se ci sono state intromissioni della criminalità organizzata. La commissione, composta dal prefetto Maurizio Masciopinto, dal viceprefetto aggiunto Laura Mattiucci e da Gennaro Mozzillo, ufficiale delle fiamme gialle, sta dedicando energie anche agli accertamenti di possibili collegamenti tra soggetti, direttamente e indirettamente connessi al parcheggio dell’ex Caserma Pollio e alle altre aree di sosta presenti in città, con soggetti riconducibili al clan dei Casalesi, in particolare alla cosca Mazzara. Un lavoro che, non è assolutamente da escludere, potrebbe far emergere anche la totale estraneità dai contesti mafiosi di tutto ciò che ha orbitato e orbita intorno a questi business.
Mentre la commissione d’accesso scava e analizza gli atti, si sta anche decidendo di ascoltare i consiglieri comunali. A quanto pare c’è stata già l’audizione per gli esponenti della Lega e nelle prossime ore dovrebbe toccare al rappresentante in Assise di Forza Italia, proseguendo, poi, con gli interrogatori di tutti gli altri componenti dell’assemblea cittadina.
L’ultimo elemento, in ordine cronologico, che ha spinto il governo a inviare la commissione d’accesso a Caserta è l’indagine coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, che ha coinvolto gli ex assessori Massimiliano Marzo ed Emiliano Casale, il dirigente Biondi e altre otto persone, a cui vengono contestati, a vario titolo, i reati di corruzione, falso e voto di scambio. Un’attività investigativa, coordinata dal pm Giacomo Urbano, che in filigrana avrebbe fatto emergere la presenza di personaggi ritenuti connessi al clan Belforte, impegnati nella campagna elettorale a sostegno della coalizione che ha poi vinto le Comunali nel 2021, aspetto che però non è tema del lavoro condotto dalla Procura sammaritana (se l’autorità giudiziaria deciderà di approfondirlo, allora significherà che a procedere sarà la Dda di Napoli).
© RIPRODUZIONE RISERVATA