CASERTA – I pubblici ministeri della Procura presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere Armando Bosso e Giacomo Urbano hanno dichiarato chiuse le indagini per corruzione e voto di scambio al Comune di Casera e adesso 11 persone (sui 14 inizialmente indagati) rischiano il rinvio a giudizio. Non figura nell’elenco il dirigente del Comune Luigi Vitelli: rispondeva solo di abuso d’ufficio, reato che è stato abrogato dal governo Meloni, per cui non costituisce più reato. Fuori anche gli imprenditori Giuseppe Piscitelli, di Valle di Maddaloni (amministratore della 2G Service srl), e Michele Campanile (amministratore della Ciemme Edil srl). Restano quindi in attesa delle decisioni del gup gli ex assessori Massimiliano Marzo ed Emiliano Casale, i dirigenti Francesco Biondi e Giovanni Natale, il dipendente del settore tecnico Giuseppe Porfidia, lo staffista di Marzo Magdi Khacermi, gli imprenditori Gioacchino Rivetti (di Valle di Maddaloni), Raffaele Nunziante e Pasquale Marotta e inoltre Gennaro Rondinone e Gaetano Di Tora (tutti di Caserta). Fra i reati, contestati a vario titolo, ci sono voto di scambio, corruzione, falso e concussione.
Le indagini sono partite nel 2021 e hanno preso origine da accertamenti per reati di spaccio a carico di Antonio Rondinone, ritenuto vicino al clan Belforte ma non indagato in questo procedimento. Rondinone si sarebbe interessato a una possibile candidatura, a sostegno della coalizione di Marino, del figlio Gennaro, In città giravano voci di voto di scambio e i carabinieri si misero all’opera per verificarne l’autenticità. Secondo la tesi della Procura sammaritana, Casale avrebbe ottenuto voti in cambio della promessa a Gennaro Rondinone di ottenere l’affidamento di lavori per le scuole del Comune. A questo scopo Rondinone junior avrebbe formato un’impresa individuale poco prima del voto. Il patto elettorale si sarebbe concretizzato con l’affidamento di lavori alla scuola materna di Santa Barbara. Marzo avrebbe indotto gli imprenditori beneficiati ad acquistare materiale edile presso la sua azienda di famiglia, la Edil Marzo (della quale è socio al 50% e amministratore) e in questo modo il fatturato sarebbe aumentato in maniera consistente dopo le elezioni. E proprio in questi giorni la Edil Marzo è stata colpita da interdittiva antimafia.
Nel collegio difensivo gli avvocati Giuseppe Stellato, Vittorio Giaquinto, Vincenzo Iorio e Giuseppe Foglia.
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