CASERTA – Undici in carcere e due ai domiciliari: è il risultato del blitz eseguito ieri mattina dalla Squadra mobile di Caserta. A far scattare le manette è stata l’indagine, coordinata dalla Dda di Napoli, tesa a colpire una rete di pusher che avrebbe inondato di droga il capoluogo di provincia.
In cella, su ordine del gip Iasbella Iaselli, sono finiti i casertani Andrea Zampella, 27enne del rione Acquaviva, Francesco e Ivan Martucci, rispettivamente di 30 e 26 anni, entrambi di via Ferrarecce, Benito Di Tommaso, 27enne di via Croce, e Antonio Minutillo, 46enne di via Trento. Ai cinque e a Marlena Marzena Mazgaj, 22enne, e Annalisa Pisani, 24enne, sottoposte ai domiciliari, la Procura distrettuale contesta l’aver fatto parte di un’associazione a delinquere specializzata nello smerciare droga. La Mazgaj è la compagna di Zampella, la Pisani di Ivan Martucci.
La polizia ha certezza che la gang sia stata attiva dal giugno 2019 al gennaio 2020. Gli altri 6, pure finiti cautelarmente in prigione, rispondono di singoli episodi di detenzione ai fini di smercio di narcotici (non sarebbero legati all’associazione): si tratta di Francesco Pisanti, 40enne, Giorgio Monteforte, Luigi Piscitelli, 34enne, tutti di Maddaloni, Savino De Fazio, 34enne di Cerignola, Raffaele Caccia, 29enne di Castello di Cisterna, e Ciro De Filippo, 32enne di Napoli. La base logistica del gruppo, afferma la Dda, è stata individuata all’interno del rione Falcone.
Nel collegio difensivo gli avvocati Michele Sanseverino, Annibale Bove, Giuseppe Foglia, Massimo Garofalo, Sergio Ricca, Alberto Martucci e Michele Ferraro. Oggi prenderanno il via gli interrogatori di garanzia.
L’indagine della Mobile, afferma la Procura, “ha progressivamente delineato l’esistenza di un’organizzazione criminale con ripartizione di compiti distribuiti in senso ‘orizzontale’, ma con la presenza di un vertice indiscusso”. E ad occuparlo, dice la Distrettuale di Napoli, c’era Andrea Zampella. Sarebbe stato lui a procurare lo stupefacente da destinare alla successiva vendita, a finanziare le operazioni di approvvigionamento, a mantenere i contatti con i fornitori (per la Dda sono De Filippo e Caccia) e a garantire i mezzi per trasportare lo stupefacente. E oltre a svolgere il ruolo di coordinatore, secondo l’accusa, Zampella ha pure smerciato droga in prima persona.
Ad affiancarlo nelle sue funzioni di leader c’era Mazgaj: avrebbe occultato su di se lo stupefacente, quando si muoveva in macchina con il compagno, ed era addetta pure all’attività di confezionamento e vendita della droga. I due Martucci, invece, ha ricostruito l’Antimafia, erano specializzati nella custodia dei narcotici e nel recupero dei crediti vantanti dall’organizzazione. La Pisani, stando a quanto accertato dalla Procura, si preoccupava di ritirare lo stupefacente che stoccava in casa Zampella.
Ideare nascondigli, sviluppare nuove metodologie di occultamento della droga dentro casa Zampella, invece, era cosa di Minutillo. Ruolo di spacciatore itinerante, infine, quello che sarebbe stato svolto da Di Tommaso.