CASERTA (Anastasia Leonardo) – La data non c’è ancora ma oltre la primavera inoltrata non si potrà andare: presumibilmente entro la fine di maggio si andrà al voto per il rinnovo dei consigli comunali in scadenza. Marcianise, Maddaloni, Lusciano, San Felice a Cancello, solo per citare i Comuni superiori a 15mila abitanti che votano col doppio turno. Quelli dove, per intenderci, si riesce a fare politica di partito, sulla falsariga delle dinamiche provinciali e nazionali. Se il centrosinistra è alle prese con i congressi del Pd, per cui ogni decisione è rimandata almeno alla fine di febbraio, il centrodestra, forte anche del vento in poppa nazionale, sembra più avanti: se non altro i tre partiti della coalizione – Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega – hanno già convocato un paio di incontri per cominciare a individuare i candidati a sindaco. Lo schema utilizzato è unico per tutti i Comuni: accordo su un nome all’interno del perimetro della coalizione da sottoporre, in seconda battuta, alle civiche che intendono appoggiare il progetto. Marco Cerreto (per Fdi), Giuseppe Guida (per Fi, figurante per Giorgio Magliocca, vera guida di ciò che resta del partito) e Salvatore Mastroianni (perennemente accompagnato da un quasi disoccupato Valentino Grant, per la Lega) hanno cominciato a trattare caso per caso i quattro Comuni più grandi, arrivando a un accordo di massima. Peccato che, come al solito, ci sia chi mini i precari equilibri raggiunti, qualcuno che risponde al nome di Gianpiero Zinzi. A San Felice a Cancello i provinciali vogliono candidare Carmine Palmieri? Lui invece sponsorizza Emilio Nuzzo. A Marcianise Fdi si è accollata l’onore e l’onere di esprimere il candidato? Lui tratta sottobanco con un’esponente del centrosinistra, Maria Luigia Iodice. Un comportamento distruttivo purtroppo noto: come mai solo chi gli sta intorno non se ne accorge? Zinzi è famoso ormai per rompere qualsiasi fronte politico, perchè è nel suo Dna spaccare, piuttosto che unire. Azzoppare, invece che far crescere. Non sia mai che qualcuno emerga intorno a lui: la strategia è ormai chiara, da generazioni: lasciarsi dietro macerie. Pensate a Gianni Mancino, da sempre accanto al padre del deputato leghista, Mimì, ma sempre rimasto nel ruolo di yesman, sempre un passo indietro. Un po’ come quel gruppetto di fedelissimi che sta attualmente intorno a Gianpiero, condannati a restare per sempre “zinziani” e basta, a meno che non trovino il coraggio di abbandonare il codazzo. Dove c’è uno Zinzi non c’è spazio per nessun altro. Lo ha capito anche chi era stato recentemente incantato dalle sirene del leghista ex forzista ex democristiano: Steve Stellato, primo dei non eletti in consiglio regionale nel listino di De Luca. Zinzi gli aveva prospettato la possibilità di entrare in Assise, in quota Lega però, se fosse riuscito a far candidare ed eleggere Maria Luigia Iodice a sindaco di Marcianise. Ma la pediatra, ben consapevole che questo treno è passato adesso e non passerà più, si guarda bene dal lasciare il centro direzionale, mandando in frantumi le promesse da marinaio di Zinzi e i sogni di gloria di Stellato. Che, dicono, ci è rimasto molto male e ha mollato Gianpiero prima ancora di entrare a far parte del suo circoletto. Ad ogni modo, tutto ciò che si sta muovendo intorno alle candidature nel centrodestra, avviene sottotraccia: se Salvini dovesse accorgersi di quello che un suo deputato va facendo di sicuro arriverebbe almeno una tirata d’orecchi. Mastroianni, gliene va dato atto, ci ha provato a farsi sentire, escludendo dalle trattative tutti i nomi che non vengono vagliati dal tavolo provinciale. Ma Zinzi continua a fare il bastian contrario, pervicacemente concentrato sul suo obiettivo: sabotare il centrodestra. Come a ogni tornata elettorale.
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