Casertani preoccupati e delusi dalla politica in vista delle elezioni

CASERTA – “Se non si fa nulla per bloccare l’aumento dei prezzi, in particolare quello del gas le famiglie, che già sono in difficoltà a causa del lavoro precario, si troveranno con l’acqua alla gola: c’è urgente bisogno di un governo che intervenga prima che questi problemi portino l’Italia oltre il punto di non ritorno”: l’ansia corre tra i cittadini del capoluogo, sfiduciati mentre le elezioni di settembre si avvicinano, preoccupati non per il ‘destino politico’ del Paese bensì a causa dell’instabilità che i partiti stessi hanno creato.
Il governo è caduto nel peggior momento possibile secondo la maggior parte degli intervistati.

“Non si è atteso neppure che finisse la pandemia di Covid – sono le parole di Maria Di Sarno – Con una guerra alle porte e la crisi energetica che soffia sul collo delle famiglie i politici non ci hanno pensato due volte prima di tornare a lottare per le poltrone. Loro pensano a chi deve comandare, con i nostri soldi, mentre noi cittadini dobbiamo affrontare bollette stratosferiche e l’inflazione”. I problemi, per i cittadini del capoluogo, ruotano intorno a due temi fondamentali: il caro-vita e il lavoro. Che è precario, quando c’è, se non addirittura a nero. “Gli aumenti pesano di più per chi non ha entrate regolari – è l’opinione di Marcello Santonastaso – Ci sono ancora aziende che vanno avanti a contratti irregolari, dai cococo a quelli a progetto, per finire a parti-time gonfiati. Per i giovani non c’è futuro e quei pochi che hanno le competenze sono andati già via da tempo, come io stesso ho fatto. E’ per questo che il mercato del lavoro non si muove. Il governo dovrebbe intervenire, anche modificando il reddito di cittadinanza magari. Perché in queste condizioni l’economia italiana affonderà”.

Più si scende a sud delle Alpi e più i problemi dell’Italia si acuiscono. Non è un caso che le province del Meridione, tra cui anche Caserta, si ritrovano sempre agli ultimi posti nelle classifiche nazionali, che si tratti di vivibilità, economia o sport. Una disparità che, per alcuni, rappresenta una delle criticità più urgenti per il governo a venire. “La Sanità in Campania è un disastro – commenta Giulia Nuzzo – così come il panorama lavorativo. I miei nipoti ancora faticano a trovare un posto, anche se si sono laureati a pieni voti. Alcuni sono andati al Nord, dove hanno trovato di meglio. Non tutti però ci riescono. E non dovrebbero essere obbligati a farlo. La politica deve intervenire al Sud, senza dimenticare che si tratta di un territorio pieno di ricchezze. Non litigare su quali debbano essere i ‘fondoschiena’, con rispetto parlando, che devono sedere sulle poltrone del Senato e del Parlamento”. Le famiglie si ritrovano schiacciate nella morsa del caro-vita. Esercenti e imprenditori, tuttavia, non sembrano passarsela meglio. Tra il rincaro dell’energia e l’aumento delle materie prime sono in molti a trovarsi in difficoltà.

“Soltanto con l’ultima bolletta abbiamo pagato più di tremila euro – a parlare è Alessio Mercurio, del caseificio Laudato – Frigoriferi e macchinari non possiamo spegnerli altrimenti dovremmo chiudere. I dipendenti dobbiamo pagarli, altrimenti non potremmo lavorare. Tutto ciò che il governo avrebbe potuto fare, in primo sospendere alcuni pagamenti, non è stato fatto. Ascolto i politici dei partiti che non fanno altro se non dire come gli avversari sono ‘brutti e cattivi’. Nessuno di loro, però, ha ancora parlato di una soluzione per questi problemi”.

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