MILANO – Il gup Chiara Valori ha fissato per il prossimo 18 marzo l’udienza preliminare per il ‘caso camici’, che vede imputato il governatore della Regione Lombardia Attilio Fontana, con il cognato Andrea Dini, titolare della Dama Spa, e l’ex direttrice degli acquisti di Aria e responsabile unica del procedimento, controllata da Regione Lombardia Carmen Schweigl e Pier Attilio Superti, vicario del segretario generale del Pirellone. Le accuse a vario titolo sono di inadempimento contrattuale e di fronde nelle pubbliche forniture. A confermarlo a LaPresse sono fonti legali. Il 2 dicembre scorso al governatore Lombardo e agli altri 4 indagati la procura aveva notificato la richiesta di rinvio a giudizio.
Al centro dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dai pm Paolo Filippini e Carlo Scalas, c’è una partita da 75mila camici e Dpi che la Dama Spa, del cognato di Fontana, avrebbe dovuto consegnare a Regione Lombardia in piena pandemia per un controvalore di oltre 500 mila euro. Parte della fornitura – circa 50mila camici – era stata poi donata, quando la vicenda era venuta alla luce e i media contestavano a Fontana un possibile conflitto di interesse. Fontana aveva poi cercato di compensare il cognato per il mancato guadagno, secondo la tesi della Procura, con un bonifico da 250 mila euro da un proprio conto in Svizzera. Operazione che non era andata a buon fine e che aveva messo in allerta Banca d’Italia, dando così il via all’indagine.
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