Caso camici, legali Fontana: “Non c’è illecito, alla Regione Lombardia nessun danno”

Nel 'caso camici' "non c'è stato alcun illecito" e Regione Lombardia non ha avuto alcun danno dalla decisione presa da Dama Spa, azienda di Andrea Dini, cognato del governatore Attilio Fontana, di donare a Regione Lombardia 50mila camici.

Foto LaPresse - Claudio Furlan 10 Maggio 2021 - Milano (Italia) News Riapertura del Teatro La Scala con il concerto in occasione del 75 ° anniversario della ricostruzione della Scala, diretto da Riccardo Chailly Nella foto: Attilio Fontana Photo LaPresse - Claudio Furlan 10 May 2021 - Milano (Italy) News Reopening of the Teatro La Scala with the concert on the occasion of the 75th anniversary of the reconstruction of the Scala In the photo: Attilio Fontana

MILANO – Nel ‘caso camici’ “non c’è stato alcun illecito” e Regione Lombardia non ha avuto alcun danno dalla decisione presa da Dama Spa, azienda di Andrea Dini, cognato del governatore Attilio Fontana, di donare a Regione Lombardia 50mila camici. È questa la tesi sostenuta nel corso dell’udienza preliminare davanti al gup chiara Valori dai difensori di Fontana, gli avvocati Jacopo Pensa e Federico Papa. “La questione è molto più semplice di quanto possa sembrare leggendo i capi di imputazione – ha spiegato Papa al termine dell’udienza, che si è svolta a porte chiuse – . C’è una fornitura” da 513mila euro in cambio di 75mila camici e 7mila Dpi “che ad un certo punto si è deciso di donare e Regione Lombardia da questo ha avuto un risparmio economico”. “Non c’è un illecito di carattere penale né civile – aggiunge il legale – anche perché non c’è alcuna violazione di carattere contrattuale. Non c’era un bando, non c’era una gara, solo un’offerta che è stata portata a termine per gran parte e poi trasformata in donazione, ma una porzioncina” pari a circa 25mila camici “non è stata fornita”.

Per questa vicenda i pm Paolo Filippini e Carlo Scalas hanno indagato Fontana, Dini, Filippo Bongiovanni e Carmen Schweigl, rispettivamente ex direttore generale e dirigente di Aria spa e Pier Attilio Superti, vicesegretario generale della Regione di frode in pubbliche forniture.

Il governatore Fontana, il 19 maggio 2020, per compensare il cognato del mancato guadagno dopo che Dama Spa aveva donato i camici a Regione Lombardia, aveva deciso di fargli un bonifico da 250mila euro da un conto in Svizzera sul quale nel 2015 aveva ‘scudato’ 5 milioni di euro. Fondi che Fontana ha sempre detto essergli stati lasciati dalla madre e sui quali la Procura ha aperto un’inchiesta che è stata archiviata.

“Questa è una vicenda che non c’entra nulla con l’udienza preliminare di oggi – hanno chiarito i legali di Fontana – . Fontana voleva fare un atto riparatorio nei confronti del cognato che aveva donato i camici a Regione Lombardia e per andargli incontro ha fatto il bonifico. Il cognato non lo sapeva e non era d’accordo, senza contare che alla fine il bonifico non è stato fatto”, perché è stato bloccato e segnalato all’Unità di informazione finanziaria di Banca d’Italia. E proprio da questo tentativo di pagamento sono partite le indagini della Procura di Milano sul ‘caso camici’.

“Non c’è stato alcun illecito da parte di Fontana o degli altri imputati e soprattutto per Regione Lombardia c’è stato un risparmio”, hanno ribadito i difensori di Fontana. I pm Paolo Filippini e Carlo Scalas, nel corso dell’udienza di oggi, hanno chiesto una lieve modifica del capo di imputazione. L’udienza preliminare riprenderà il 9 maggio per le repliche delle parti su questo passaggio e poi si tornerà in aula il 13 maggio per la decisione del gup su un eventuale rinvio a giudizio.

LaPresse

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