Caso Juve, Gravina: “No ai processi sommari. Verso norma ad hoc per le plusvalenze”

Sul caso Juventus "nessun processo sommario". Gabriele Gravina si esprime così sull'inchiesta 'Prisma' della procura della Repubblica di Torino che vede coinvolti il club bianconero e i suoi vertici, compresi il presidente Andrea Agnelli e il vicepresidente Pavel Nedved, indagati dalla procura di Torino per false comunicazioni delle società quotate ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.

ROMA – Sul caso Juventus “nessun processo sommario”. Gabriele Gravina si esprime così sull’inchiesta ‘Prisma’ della procura della Repubblica di Torino che vede coinvolti il club bianconero e i suoi vertici, compresi il presidente Andrea Agnelli e il vicepresidente Pavel Nedved, indagati dalla procura di Torino per false comunicazioni delle società quotate ed emissione di fatture per operazioni inesistenti. Proprio in questi giorni gli inquirenti stanno ascoltando dirigenti ed ex dirigenti della Juve sul caso. La procura federale della Figc guidata da Giuseppe Chinè non ha ancora ricevuto le carte e per il presidente federale bisogna attendere prima di esprimere giudizi. “Nel mondo dello sport ci sono continuamente forme di degenerazione che comunque devono essere accertate oltre che provate. Eviterei in questo momento ogni forma di processo sommario”, dice Gravina a margine della presentazione del bilancio integrato della federazione per il 2020, in Campidoglio a Roma. “Dobbiamo rimetterci alla magistratura ordinaria che sicuramente ha strumenti più invasivi rispetto al mondo dello sport”, aggiunge il numero uno di via Allegri, che poi ricorda come a livello Uefa siano allo studio “accorgimenti che probabilmente saranno inseriti nelle prossime licenze nazionali”.


Il riferimento è alla possibile introduzione di una norma che, nella definizione dei bilanci, tenga conto solo delle plusvalenze “effettive” e non di quelle senza passaggio di denaro. “Ci stiamo lavorando”, spiega Gravina, secondo cui non esistono soluzioni facili a un problema come questo, non certo nuovo per il mondo del calcio. “Ho scoperto negli ultimi giorni tanti scienziati ed esperti di diritto sportivo ed economia capaci di individuare delle soluzioni. Ma tutto ciò che può essere ricollegato a una valutazione soggettiva di mercato non può essere tradotto in un algoritmo”, sottolinea Gravina parlando del fenomeno delle plusvalenze. “L’algoritmo – rimarca il numero uno della Figc – può aiutare a intuire ma non sarà mai condiviso in termini di valutazione oggettiva. Il mercato è il mercato, c’è una domanda e una offerta, parliamo di società di capitali e di società quotate in borsa, immaginate se possiamo fare riferimento a criteri che non siano soggettivi”. Gravina allarga poi il discorso e, soffermandosi sui conti dei club, dice: “La Figc ha il dovere di creare una serie di indicatori che blocchino questa corsa alla spesa e a costi che non sono più tollerabili. È un problema anche etico e morale. La corsa all’implementazione dei ricavi viene sempre superata da un costo del lavoro che non è più sopportabile”. Intanto, si torna a parlare di grandi eventi. Secondo uno studio dell’Università ‘La Sapienza’, presentato oggi insieme al bilancio integrato, Euro 2020 ha generato un incremento di circa 168,8 milioni di euro (+0,08%) sul Pil del Lazio. Prossimo, anzi “primo obiettivo”, gli Europei del 2028: “Adesso -spiega Gravina- siamo concentrati su questo ed entro marzo dobbiamo dare la nostra posizione ufficiale per la candidatura”.

LaPresse

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