WASHINGTON – L’attrice e modella Emily Ratajkowski è stata arrestata poche ore fa durante una protesta contro la nomina alla Corte Suprema di Brett Kavanaugh, il giudice proposto da Donald Trump accusato di violenza sessuale dalla testimone Christine Blasey Ford. La donna afferma di esser stata stuprata da Kavanaugh quando erano entrambi al liceo.
Caso Kavanaugh, Emily Ratajkowski in manette
E’ stata lei stessa modella a dare la notizia, tramite un post pubblicato dal suo account Instagram. ‘Emrata’ si trovava insieme ad altre centinaia di donne fuori al Capitol Building, la sede ufficiale dei due rami del Congresso degli Stati Uniti d’America.
“Oggi sono stata arrestata mentre protestavo contro la nomina di Brett Kavanaugh, un uomo che è stato accusato da più donne di violenza sessuale“, ha scritto la Ratajkowski ai suoi follower.
“Gli uomini che fanno del male alle donne non possono più essere posti in posizioni di potere. La conferma di Kavanaugh come giudice della Corte Suprema degli Stati Uniti è un messaggio che le donne in questo paese non contano. Chiedo un governo che riconosca, rispetti e sostenga le donne tanto quanto gli uomini“.
Nella foto che ha postato sul social, l’attrice tiene alto un cartellone con la scritta “Rispetta l’esistenza delle donne, o aspettati la nostra resistenza“.
Sabato il voto finale
Oggi, alle 10,30 (le 16,30 in Italia) il Senato esprimerà il suo voto procedurale sulla nomina di Brett Kavanaugh alla Corte Suprema. Il voto finale sarà invece sabato. La posizione del giudice, nonostante l’ondata di protesta in corso negli Stati Uniti, sembra andare verso la nomina. Due dei cruciali senatori repubblicani che dovranno votare oggi, dopo aver letto il rapporto dell’Fbi su Kavanaugh, hanno detto che non risultano prove sugli abusi.
L’opposizione del Washington Post
Per la prima volta in 30 anni, il quotidiano statunitense Washington Post prende una precisa posizione contro un candidato al massimo organo giudiziario d’America. Il giornale dalle sue pagine ha infatti esortato il Senato a non confermare la nomina di Brett Kavanaugh alla Corte Suprema degli Stati Uniti. “E’ stato appreso abbastanza sui suoi istinti di parte. Riteniamo che i senatori debbano votare no. Non lo diciamo con leggerezza. Non ci opponiamo ad una nomina per la Corte Suprema, liberale o conservatrice, da Robert H. Bork nel 1987“, hanno scritto i giornalisti del Washington Post.