INSTABUL – Arrivano le prime conferme sul caso Khashoggi. La Procura di Instabul questa mattina ha emesso due mandati d’arresto nei confronti di due funzionari sauditi. L’accusa è quella di essere stati gli autori dell’assassinio di Jamal Khashoggi.
Due funzionari sauditi arrestati con l’accusa di aver ucciso Khashoggi
Si tratta di Saud al Qahtani, stretto consigliere ed ex responsabile della comunicazione del principe ereditario Mohammed bin Salman. Il secondo è il generale Ahmed al-Asiri, ex numero due dell’intelligence. Ambedue soltanto due settimane dopo l’assassinio hanno ammesso di essere stati gli autori del gesto. Ma soprattutto di essere stati i componenti dello “squadrone della morte” giunto da Riad poche ore prima dell’appuntamento di Khashoggi.
Le intercettazioni: il principe saudita chiedeva ad Al Qahtani dell’ “operazione”
Dalle intercettazioni e dalle indagini effettuate i due erano in stretto contatto con il principe nel giorno in cui è avvenuta la scomparsa di Khashoggi. Il Wall Street Journal ha infatti rivelato di uno scambio di messaggi telefonici fra il principe e Al Qathani. Il reggente saudita chiedeva come si stesse svolgendo “l’operazione”. Questi arresti aprono a nuovi scenari ma soprattutto non escludono un possibile coinvolgimento dello stesso Bin Salman.
Le indagini continuano alla ricerca di ulteriori contatti
Gli inquirenti non si arrestano. L’intenzione è quella di andare a fondo provando a scoprire ulteriori contatti locali ma soprattutto dove si trovi il corpo di Khashoggi. Sulla scorta di quanto emerso finora pare che il corpo sia stato sciolto nell’acido. I due sarebbero stati aiutati da un esperto un anatomopatologo. Alcune tracce sono state rinvenute anche all’interno della residenza del console saudita nei pressi del consolato.