ROMA – “In questa vicenda i denari sono trasparenti, sono tutti lì, tutti bonificati. Non bisogna andare a ricostruire il flusso di denaro, magari con un’attenta azione investigativa, per cui si va a cercare dove erano quei denari. No, perché in questa vicenda i denari sono bonificati, trasparenti, sotto il controllo delle autorità di vigilanza, a cominciare da Banca d’Italia. L’indagine qui non è sui soldi. Non è un’indagine sulla ricostruzione del finanziamento di denaro e del flusso di denaro.
L’indagine qui è su che cos’è un partito e cosa non è. L’indagine non vuole mettere in discussione i denari, della cui tracciabilità nessuno dubita. Sono tutti bonificati, anche prima che la legge imponesse per tutti il bonifico bancario. Con la legge del 2014, tutti i denari destinati ai partiti politici devono essere bonificati. Quindi, sono tutti tracciati; non c’è più un problema di trasparenza. Si può discutere delle opportunità, ma tutto è tracciato. No: l’indagine parte dall’assunzione del fatto che il giudice penale desidera stabilire che cos’è una corrente di partito, come si deve organizzare, quali modalità concrete di organizzazione della politica si possano fare oppure no. E pensa di poterlo fare il giudice penale”. È uno dei passaggi dell’intervento del leader di Iv, Matteo Renzi, intervenendo in aula, al Senato, durante la discussione sul conflitto di attribuzione sull’inchiesta giudiziaria che riguarda la fondazione Open.
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