ROMA – Viviana Parisi si è uccisa e, molto probabilmente, prima aveva ucciso suo figlio, Gioele Mondello. La deejay allontanatasi da casa il 3 agosto dello scorso anno e ritrovata morta (il corpo del piccolo Gioele fu rinvenuto alcuni giorni più tardi) nelle campagne vicino a Caronia, ai bordi dell’autostrada in provincia di Messina, si sarebbe tolta la vita dopo la morte del figlio, che, stando al procuratore di Patti Angelo Capello, avrebbe molto probabilmente causato lei stessa, anche se non è escluso che la morte di Gioele possa essere stata accidentale. Per questo la procura chiede l’archiviazione del caso, essendo escluso il coinvolgimento di soggetti terzi.
Le ragioni del gesto, secondo la procura di Patti, risiedono nello stato di salute mentale molto precario della donna, sottovalutato dai suoi stessi familiari, o perlomeno non compreso fino in fondo. Nessun convolgimento di “soggetti terzi” in quanto accaduto, neanche nell’incidente avvenuto in autostrada prima che mamma e figlio si allontanassero nel bosco di Pizzo Turda: la deejay uscita di casa insieme al bimbo per andare a comperargli un paio di scarpe, avrebbe fatto tutto da sola. Il quadro che emerge dalle testimonianze è quello di una donna con episodi di instabilità psicologia, che accusava manie di persecuzione e timori di vario genere. Condizioni dimostrate, stando alle indagini, anche dai files audio registrati da Daniele Mondello all’insaputa della moglie nonchè dai messaggi di whatsapp scambiati all’interno della coppia. E dai certificati medici, non ultimo il ricorso al pronto soccorso di Barcellona Pozzo di Gotto con la richiesta di assistenza sanitaria obbligatoria per la deejay, con “agitazione psicomotoria e delirio mistico e di persecuzione”. A cui però non fu dato seguito per il rifiuto della donna di sottoporsi a visita psichiatrica.
Senza ombra di dubbio per la procura Viviana si è volontariamente lanciata dal traliccio dell’alta tensione” con un chiaro intento” suicida, il giorno stesso della scomparsa. Morta lo stesso giorno del figlio Gioele, per il quale le cause del decesso sono state più complesse da accertare, visto lo stato di conservazione del corpo. Il bimbo non fu aggredito da animali mentre era ancora in vita, né può essere morto come conseguenza dell’incidente stradale. Mamma e figlio sono arrivati insieme nel bosco di Pizzo Turda in cui poi il corpo del piccolo Gioele è stato rinvenuto. Perché la dj “riteneva di dover scappare da inesistenti aggressori o perché temeva che il marito potesse toglierle la potestà genitoriale”.
Gli scenari ipotizzati dalla procura sono quindi due: il primo è che Viviana, una volta arrivata nel bosco, abbia constatato come Gioele fosse morto, magari a causa di una caduta accidentale che potrebbe aver comportato una lesione interna, o per un arresto cardiocircolatorio dovuto all’eccessivo affaticamente, allo stress emotivo o ad un colpo di calore. E quindi, “in preda ad un’angoscia insopportabile” abbia deciso di togliersi la vita. Il secondo scenario, considerato più probabile e fondato dalla procura, è che sia stata lei stessa a porre fine alla vita del figlio: peraltro l’unico materiale rinvenuto sotto le unghie di Viviana è proprio il profilo genetico di Gioele.
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