Caso Sanità in Campania, poco personale ma costa più che altrove

Ospedale pieno

CASERTA – In Campania, la situazione del personale sanitario è fortemente critica, come evidenziato dai dati più recenti della Fondazione Gimbe. Nel 2022, la regione poteva contare su appena 8,5 unità di personale dipendente del Servizio Sanitario Nazionale (SSN) ogni 1.000 abitanti, un valore ben al di sotto della media nazionale di 11,6. Questo dato pone la Campania, insieme al Lazio, tra le regioni con il rapporto più basso, a fronte di realtà come la Valle d’Aosta, che registra un valore di 17,4. La spesa pro capite per il personale sanitario in Campania nel 2023 si è attestata a soli 559 euro, rispetto a una media nazionale di 672 euro, confermando un significativo divario rispetto ad altre regioni.

Paradossalmente, nel 2022, la Campania ha registrato una spesa per unità di personale dipendente pari a 65.437 euro, superiore alla media nazionale di 57.140 euro. Questo riflette una distribuzione inefficiente delle risorse, con un numero ridotto di personale che incide maggiormente sulla spesa complessiva. Il presidente della Fondazione GIMBE, Nino Cartabellotta, ha spiegato che questa crisi è il risultato di anni di errori di programmazione, definanziamento e una crescente demotivazione tra i professionisti del SSN, aggravata dall’impossibilità per le regioni di aumentare la spesa per il personale a causa dei vincoli di bilancio.

Le difficoltà in Campania si inseriscono in un quadro nazionale altrettanto complesso. Tra il 2012 e il 2023, la spesa sanitaria per la redditività da lavoro dipendente è stata progressivamente sacrificata, passando dal rappresentare il 33,5% della spesa sanitaria totale nel 2012 al 30,6% nel 2023. Se il livello di spesa del 2012 fosse stato mantenuto, negli ultimi 11 anni il personale dipendente del SSN non avrebbe perso complessivamente 28,1 miliardi di euro. La riduzione delle risorse si è tradotta in un aumento del ricorso ai cosiddetti “gettonisti”, medici e infermieri reclutati tramite agenzie di lavoro interinale o cooperative, con un costo elevato per il sistema. Solo nei primi otto mesi del 2023, questo fenomeno ha comportato una spesa di 476,4 milioni di euro, quasi il doppio rispetto all’anno precedente.
Il problema del personale sanitario non si limita ai numeri, ma riguarda anche la distribuzione delle professioni. Nel 2022, il numero di medici in Campania era di 1,80 ogni 1.000 abitanti, inferiore alla media nazionale di 2,11. La situazione è ancora più critica per gli infermieri, con un rapporto di 3,83 per 1.000 abitanti, molto al di sotto della media nazionale di 5,13 e distante dalla media OCSE di 9,8. La carenza di infermieri, in particolare, rappresenta un ostacolo per la riorganizzazione dell’assistenza territoriale prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).

Il presidente Cartabellotta ha sottolineato che, senza un rilancio delle politiche per il personale sanitario, l’offerta di servizi ospedalieri e territoriali continuerà ad essere inadeguata rispetto ai bisogni della popolazione. Questa emergenza richiede interventi strutturali per garantire il diritto alla salute e superare le disuguaglianze regionali. Per la Campania, in particolare, è fondamentale colmare i divari rispetto alla media nazionale, sia in termini di risorse umane che di finanziamenti, per offrire un’assistenza sanitaria all’altezza delle necessità della popolazione.

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