PARMA – Il Parma rischia di veder sfumare il sogno della serie A. Dopo il record delle tre promozioni in tre anni, i crociati potrebbero veder invalidata l’ultima storica impresa. L’attaccante Emanuele Calaiò è stato deferito per tentato illecito, così come la società emiliana per responsabilità oggettiva. In caso condanna ci sarà una penalizzazione in termini di punti da scontare in questo campionato. Potrebbe quindi cambiare l’esito della serie B. Spera il Palermo che, dopo la discussa sconfitta con il Frosinone, potrebbe vedersi riaprire le porte del massimo campionato nazionale.
Chiuse le indagini, il processo euro qualche giorno
L’inchiesta della Procura federale vuole far luce sull’ultima gara del campionato scorso, Parma-Spezia. La segnalazione era partita dalla società ligure su alcuni presunti sms invitati da Calaiò e Fabio Ceravolo (non deferito) verso alcuni colleghi dello Spezia, Filippo De Col e Alberto Masi. I messaggi sarebbero stati inviati quattro giorni prima della gara che è valsa agli emiliani la serie A (grazie al contemporaneo pareggio del Frosinone). Le indagini si sono concluse e il procuratore Gaetano Pecoraro ha inviato questa mattina gli avvisi sia al calciatore che alla società. L’accusa rivolta a Calaiò sarebbe quella di aver “posto in essere atti diretti ad alterare il regolare svolgimento e il risultato finale della gara tentando di ottenere un minor impegno agonistico da parte dei calciatori dello Spezia Calcio per assicurare alla propria squadra il risultato favorevole dell’incontro”. Questa sarebbe l’imputazione.
Il Parma nega: “Nessun avviso ricevuto”
La notizia smentita, per ora, in un comunicato diffuso sul sito ufficiale: “Il Parma Calcio 1913 apprende con sgomento e sconcerto le notizie di stampa riguardanti l’asserito deferimento che sarebbe stato contestato in data odierna dalla Procura Federale al Club e ai propri tesserati per l’invio di alcuni messaggi di testo ad ex compagni di squadra prima della partita Spezia-Parma. Riteniamo che l’accusa di tentato illecito sportivo, se confermata visto che la società a tutt’ora (le ore 13:55 di mercoledì 20 giugno) non ha ancora ricevuto alcun tipo di comunicazione a riguardo, rispetto alle condotte riscontrate, sia sconcertante. Non riusciamo davvero a concepire come testo e tenore dei messaggi in questione possano integrare una fattispecie così grave. La società – mai nemmeno stata convocata o ascoltata in ordine a questo procedimento – auspica che possano essere resi pubblici anche i testi dei messaggi in questione”.
I presunti messaggi: “Non ci spaccare le gambe”
“Non ci spaccare le gambe” sarebbe uno dei messaggi inviati ai calciatori dello Spezia; che pare non abbiano risposto e informato la propria società e la Procura. Per l’accusa, alle spalle dei messaggi ci sarebbe stato un presunto tentativo di alterare la prestazione della fase difensiva durante la gara.