Caso Weinstein, spuntano i messaggi d’amore delle ‘vittime’ inviati al produttore americano

Colpo di scena al processo del produttore americano Weinstein accusato da decine di donne dello spettacolo di violenze e abusi. "Ti amo omone mio" uno degli sms mostrati dalla difesa.

NEW YORK  – Colpo di scena nel processo ad Harvey Weinstein. Il produttore cinematografico statunitense è alla sbarra con l’accusa di violenza sessuale. A denunciarlo sono state famose attrici di fama internazionale.

Mentre l’elenco delle presunte vittime si allunga di giorno i giorno, in aula il produttore ha portato a casa un primo successo. La sua difesa ha mostrato centinaia di messaggi d’amore inviatigli da una delle sue accusatrice, i cui contenuti sembrano azzerarne la credibilità.

Il contenuto dei messaggi

“Mi manchi omone mio. Ti amo, ti amo sempre, solo mi dispiace essere una semplice distrazione occasionale”, si legge in uno dei tanti messaggi mostrati in aula. Poi ancora “Spero di vederti appena possibile. Apprezzo tutto quello che fai per me”. Il giudice e l’accusa hanno letto i contenuti degli sms all’apertura del processo.

L’avvocato di Weinstein, Benjamin Brafman, ha depositato una serie di prove che scagionano il suo assistito, tanto che il legale ha chiesto l’immediata chiusura del procedimento. I toni usati e le parole d’amore dimostrerebbero come la vittima e Weinstein continuassero a flirtare anche dopo il 2013, anno del presunto stupro di cui è accusato il produttore, e di come lei ci tenesse a incontrarlo.

La denuncia di Valeria Golino

All’elenco delle decine di attrici che hanno annunciato sui media di essere state vittime di Weinstein, nei giorni scorsi si è aggiunta anche Valeria Golino. In una intervista al Fatto quotidiano, ha detto: “Ha tenuto con me più o meno descritto dalle altre attrici. Ho scelto di non parlarne perché credo che a questo punto sia inutile, quindi sto vivendo un  una riflessione con me stessa. Avrei dovuto denunciarlo a suo tempo, o ne avrei dovuto parlare, e invece sono rimasta zitta per mille motivi”.

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