Castelvolturno: delitto Izzo, nuovi esami del Dna

CASTELVOLTURNO – Dopo le analisi dei telefonini e gli esami con il luminol sull’auto, prima di chiudere l’indagine, la Procura di S. Maria Capua Vetere ha disposto nuovi esami. Sono stati programmati per giovedì prossimo accertamenti sui prelievi di Dna e sugli indumenti requisiti dai carabinieri. I risultati di questi nuovi test potrebbero rivelarsi importantissimi per ricostruire l’assassinio del barbiere 38enne Luigi Izzo. Al momento, per questo delitto, si trovano in cella cautelarmente Alessandro e Roberto Moniello, assistiti dall’avvocato Giuseppe Guadagno. Sono stati loro, sostiene il pubblico ministero Annalisa Imparato, a raggiungere la notte del 6 novembre scorso via Papa Roncalli e ad attendere che la vittima rincasasse per affrontarla.

La vicenda

L’omicidio si consumò a poche ore di distanza da una rissa che ebbe luogo in un bar della Domiziana. I protagonisti di quella zuffa furono il fratello di Luigi e alcuni commercianti. Ma alla scazzottata, in seconda battuta, prese parte anche Roberto Moniello (si trovava in quel locale per festeggiare il suo compleanno), che rimediò alcuni colpi al volto e la frattura di un dito. Luigi, stando a quanto ricostruito dagli investigatori, intervenne per tentare di sedare la rissa e sfilare il fratello dalla mischia. Concluso quello scontro, i Moniello si misero alla ricerca del barbiere, incontrandolo all’esterno della sua casa.

Il racconto

Alessandro Moniello agli investigatori ha raccontato che accoltellò Luigi perché era convinto che stava per prendere una pistola (sarebbe stato tratto in inganno da un gesto che il barbiere fece con una mano portandosela dietro la schiena). Il figlio Roberto, stando al racconto del padre, durante l’aggressione rimase in macchina. Una ricostruzione che, a quanto pare, non convince la Procura. E a dare credito ai dubbi degli inquirenti c’è la recente perizia medico-legale fatta sul corpo di Luigi Izzo che ha fatto emergere un dato importante: i sei fendenti (due dei quali al cuore) con cui è stato ucciso il barbiere non furono sferrati con una sola lama.

La perizia

Izzo, sostiene la perizia, è stato pugnalato con due coltelli. Una delle lame usate venne trovata qualche giorno dopo l’assassinio lungo la strada provinciale che collega Castelvolturno a Cancello Arnone. E la seconda arma, quella che avrebbe potuto essere impugnata da Roberto (o dal padre), che fine ha fatto? È probabile che dopo gli esami tecnici che si terranno giovedì, la Procura dichiari conclusa l’indagine preliminare e si appresti a chiedere eventualmente il processo per i Moniello. Nel complicato iter giudiziario che si prospetta, a rappresentare la moglie di Luigi è l’avvocato Ferdinando Letizia.
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