MADRID – La Corte suprema ha comminato condanne ai leader indipendentisti. Le accuse vanno da sedizione all’appropriazione indebita. Non incluso, invece, il reato di ribellione. Fra i condannati lʼex presidente Puigdemont e lʼex vicepremier Oriol Junqueras
Le pene
Pene dai 9 ai 13 anni di carcere. Tra le imputazioni, però, non è stata provata la colpevolezza di ribellione per la quale l’accusa aveva chiesto 25 anni. La sentenza giunge a conclusione di un processo durato ben due anni che ebbe inizio 16 ottobre 2017 dopo l’arresto dei leader dell’Assemblea nazionale catalana e Òmnium Cultura, Jordi Sanchez e Jordi Cuixart. Poi arrivò, da parte dell’ufficio del procuratore generale, una denuncia contro l’allora governo di Carles Puigdemont e i membri dell’Ufficio di presidenza del Parlamento. L’accusa a loro mossa fu di aver autorizzato il voto per la “dichiarazione unilaterale di indipendenza del 27 ottobre”
I commenti
“Torneremo più forti, più convinti e fermi che mai” ha commentato Junquera dopo la sentenza. E Puigdemont: “Le condanne sono barbarie, occorre reagire”, mentre l’ex presidente della Generalitat Carles Puigdemont ha detto in proposito: “Cento anni di carcere in totale. Una barbarie. Ora più che mai, al vostro fianco e al fianco delle vostre famiglie. Bisogna per reagire, come mai prima d’ora per il futuro dei nostri figli, per la democrazia, per l’Europa, per la Catalogna”.
Gli altri accusati
Ad essere stati processati, oltre a Puigdemont e Junqueras, anche gli ex consiglieri Dolors Bassa, Joaquim Forn, Raül Romeva, Jordi Turull e Josep Rull e l’ex presidente del Parlamento Carme Forcadell. La Corte suprema ha inoltre rimandato al mittente le richieste di “messa in libertà” proposte dagli avvocati della difesa oltre a quelle presentate in chiusura di procedimento in attesa della sentenza.