Catania, minacce e botte alla ex compagna: arrestato 33enne

La procura di Caltagirone, in provincia di Catania, ha richiesto e ottenuto la custodia in carcere per un 33enne, indagato per i reati di rapina, sequestro di persona, atti persecutori e lesioni personali aggravate

Foto Michele Nucci/LaPresse 27 Aprile 2021 Bologna, Italia - generiche archivio - nella foto: Controlli di routine e pattuglia Carabinieri in centro storico Photo Michele Nucci/LaPresse - Bologna, Italy April 27, 2021 - generic image archive - Carabinieri routine checks and patrol in the historic center

MILANO – La procura di Caltagirone, in provincia di Catania, ha richiesto e ottenuto la custodia in carcere per un 33enne, indagato per i reati di rapina, sequestro di persona, atti persecutori e lesioni personali aggravate. La misura cautelare è stata eseguita dai carabinieri della stazione di Mirabella Imbaccari, nel Catanese. La vicenda parte dalla decisione di una 37enne del posto di lasciare l’uomo che aveva già mostrato “più volte – si legge in una nota della procura – un’indole violenta e possessiva”. La donna aveva comunicato la sua decisione al compagno lo scorso 27 maggio e lui era andato a casa della madre della donna. Dopo essere entrato, secondo quanto ricostruito, aveva percosso l’ex fidanzata causandole ferendole il viso e gli arti. Questo episodio non è stato che l’inizio “di un’escalation di violenza” contro la donna e il padre di lei, a cui il 33enne ha rivolto minacce di morte.

 – Tre giorni dopo, la donna era stata di nuovo aggredita ed era stata costretta ad andare al pronto soccorso dell’ospedale Gravina di Caltagirone. Qui i medici le avevano diagnosticato un “trauma cranico facciale con ecchimosi all’occhio destro ed agli arti superiori, collo e gambe”, con una prognosi di 7 giorni. Il 33enne, secondo l’accusa, ha aggredito la donna anche il 16 giugno e il 7 luglio scorsi. Il 7 luglio lui l’aveva strattonata e fatta cadere a terra. Poi l’aggressore le ha rubato il cellulare e le chiavi di casa, tanto da costringerla a chiamare i vigili del fuoco per poter rientrare nell’abitazione. In un’altra occasione, l’uomo ha preso a calci la porta di casa dell’ex compagna, il cui appartamento si trova sotto quello dei genitori. Lì il 33enne è stato bloccato dagli stessi parenti, accorsi perché avvisati dai vicini di casa. Dopo questi episodi, il padre della donna, che non poteva sopportare ulteriori violenze alla figlia, dopo aver notato i lividi che aveva sul corpo, è andato dai carabinieri a denunciarlo. In seguito alla denuncia, l’aggressore l’aveva minacciato, dicendo: “Pure per te ce ne sono, ti spacco la faccia, prendo la macchina e ti metto sotto”.

 Il 33enne non è stato fermato dalla denuncia e, secondo quanto si apprende, ha cominciato a seguire la donna, che ha di nuovo fermato e aggredito, sottraendogli un altro cellulare. Poi l’aggressore aveva sostenuto di essere creditore di somme di denaro da parte dell’ex compagna, lamentando che lei gli avesse installato un’applicazione nel cellulare per seguirne segretamente gli spostamenti. La serie di aggressioni è culminata il 14 agosto, quando la donna, che stava partendo in viaggio con degli amici per Ferragosto, è stata ancora una volta avvicinata per strada dall’ex compagno che, in preda ad alcolici o stupefacenti e dopo aver ricevuto il rifiuto a seguirlo, le aveva dato una testata in faccia. Poi il 33enne l’aveva trascinata all’interno del veicolo e aveva guidato per la città, mentre la colpiva con numerosi pugni su tutto il corpo. Lei è riuscita a fuggire quando l’aggressore ha fermato la macchina per un guasto. Accortosi del suo tentativo di fuga, secondo l’accusa, l’uomo l’ha rincorsa e l’ha tirata per il collo, trascinandola fino all’abitazione dei genitori, che sono subito intervenuti facendogli perdere la presa, consentendole di scappare. Anche in quest’occasione la donna è stata curata dai medici dell’ospedale di Gravina. Secondo il referto, la donna aveva un “trauma cranico minore con ematoma frontale, multipli traumi escoriati del collo, arti superiori e torace, policontusione e stato d’ansia reattiva”, con una prognosi di 15 giorni. I carabinieri hanno ricostruito innumerevoli episodi di violenza, permettendo al gip locale di emettere la misura cautelare.

(LaPresse)

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