Catanzaro, lavoro extra non autorizzato: sequestro di beni ad un dirigente di Calabria Verde

L'importo costituisce quindi il danno erariale causato all'azienda pubblica

Guardia di Finanza
Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

CATANZARO – Svolgeva l’incarico di dirigente e, nello stesso tempo, attività libero-professionale incompatibile. I finanzieri di Catanzaro, su disposizione della procura regionale della Corte dei Conti per la Calabria, guidata dal procuratore regionale Rossella Scerbo, hanno sequestrato beni immobili, crediti, conti correnti e attività finanziarie per quasi 1,5 milioni di euro. Nei confronti di un dirigente dell’azienda Calabria Verde di Catanzaro, già in servizio all’azienda forestale della regione Calabria (Afor). L’importo, scrivono i militari, costituisce quindi il danno erariale causato all’azienda pubblica. Che la magistratura contabile, nell’ambito dell’operazione ‘Prendo tutto’ dei militari del nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro, contesta al manager.

L’istruttoria, condotta dalla guardia di finanza su coordinamento del sostituto procuratore regionale Davide Vitale, ha consentito di rilevare infatti che un dirigente di settore nell’ente pubblico regionale aveva svolto in modo continuativo, per oltre un decennio e senza mai essere stato autorizzato, attività libero-professionale ingegneristica incompatibile con l’incarico di dirigente pubblico. Secondo quanto ricostruito dai militari, l’attività è stata svolta parallelamente a quella ufficialmente ricoperta in Afor (e, successivamente, in Calabria Verde), dal 2004 al 2015. E ha consentito di conseguire compensi ‘extra’, che invece di essere riversati nelle casse dell’ente pubblico, sono stati incassati dal dirigente. L’ammontare del danno erariale cagionato all’Azienda forestale regionale, scrive la guardia di finanza, è stato determinato in base a tali compensi. E tenendo conto degli stipendi percepiti in questi 13 anni comer dirigente pubblico. Le somme sono state sottoposte a sequestro conservativo.

(LaPresse)

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