ROMA – Nonostante le tensioni interne alla maggioranza pentaleghista arriva il via libera al decreto fiscale collegato alla manovra finanziaria. Il Consiglio dei Ministri appena terminato, ha approvato anche il dl sburocratizzazione e ha proceduto alla nomina di dei nuovi prefetti di Milano, Torino, Lecce e Catania. Ma il piatto forte della giornata è la pace fiscale.
Pace fiscale
Cavallo di battaglia del carroccio su cui si è dovuta trovare una mediazione vista la contrarietà dei pentastellati. L’accordo è stato raggiunto quando il vicepremier Di maio è riuscire ad ottenere l’introduzione di una norma per il carcere ai grandi evasori. Intanto, sembra che gli esponenti della Lega siano certi del fatto che la pace fiscale partirà subito. E sarà possibile presentare una dichiarazione integrativa con un’aliquota al 20% sul maggiore imponibile Irpef dichiarato nei cinque anni precedenti. Il tetto sarà fissato a 100mila euro e il massimo dichiarabile sarà un terzo sull’imponibile dell’anno precedente.
Pensioni d’oro
Gli alleati di governo di Lega e M5S sono riusciti a mettersi d’accordo per inserire nella legge di bilancio il taglio delle pensioni d’oro, sopra i 4.500 euro netti al mese. La proposta ancora ferma in commissione probabilmente subirà delle correzioni rispetto alla previsione iniziale. I leghisti capitanati dal vicepremier Matteo Salvini hanno ottenuto che per il momento non si ritoccassero le pensioni tra i 3.000 e i 3.500 euro, cosa che i 5 Stelle guidati dal vicepremier Luigi Di Maio avrebbero voluto poter fare.
La promessa del ministro
“Le pensioni d’oro saranno solo un ricordo – scrive sui social Di Maio – e risparmiamo un miliardo di euro che sarà proprio una copertura nella legge di bilancio per queste misure”.
Fumata nera
Dovrebbero slittare a febbraio la riforma delle pensioni e la cosiddetta quota cento.