NAPOLI – Sembrerebbe proprio che il feeling tra Fabio Cannavaro, nuovo proprietario del Centro Paradiso di Soccavo, e il quartiere faccia fatica a decollare. E’ da circa un anno che l’ex azzurro e capitano della Nazionale Campione del Mondo a Germania 2006 ha rilevato l’area dove nacquero i successi del Napoli prima del fallimento, ovvero quelli firmati soprattutto da Diego Armando Maradona. Cannavaro, che si affacciò in prima squadra agli inizi degli anni 90’ proprio su quel campo e in quelle stanze, è intervenuto per ristrutturare il Centro Sportivo per farlo diventare una foresteria. I lavori, però, vanno a rilento. Al momento, secondo i ben informati, pare che siano stati effettuati soltanto interventi di potatura delle piante all’interno e all’esterno del complesso. A scatenare il risentimento dei residenti del quartiere, soprattutto degli appartenenti all’ex associazione Centro Paradiso – formata da ragazzi che hanno speso anni per tenere accesi i riflettori sul degrado in cui era stata abbandonata la struttura in cui nacquero i successi di un Napoli leggendario – sono state le dichiarazioni rilasciate da Cannavaro a una nota rivista nazionale. Nell’intervista il tecnico e imprenditore ha puntato il dito contro i giovani del quartiere, dicendo che non sono sprovvisti di fame e voglia di raggiungere gli obiettivi che servono per crescere nella vita e che la struttura che metterà in piedi ristrutturando il Centro Paradiso sarà una valida alternativa alla (cattiva) strada e soprattutto un modo per far venire fuori i talenti. Quelle pronunciate da Cannavaro, che dopo aver rilevato il complesso non ha mai incontrato gli appartenenti all’associazione, la cui battaglia è stata fondamentale affinché l’ex difensore si interessasse al campo su cui mosse i primi passi da professionista, sono state dichiarazioni che hanno urtato la suscettibilità dei giovani del quartiere. “Non è vero che non abbiamo fame – ha detto Salvatore Cierro – il problema è che a Soccavo, a causa dell’indifferenza di tutti, i giovani non hanno gli strumenti per emergere. Avremmo voluto incontrare Cannavaro per metterlo a conoscenza delle ‘istanze del quartiere’. Purtroppo non è stato possibile. Spero che abbia capito che qui a Soccavo abbiamo bisogno di un centro di aggregazione”. Sulla stessa lunghezza d’onda Gea Scolavino Vella. “Abbiamo letto che Cannavaro intende far venire fuori il talento dei calciatori in erba – ha dichiarato una delle attiviste che per anni si è battuta per la rinascita del Centro Paradiso – Questo che cosa significa? Non vorremmo che chi non sappia giocare a calcio come desidera Cannavaro venga escluso dal suo progetto. Il nostro intento è fargli sapere che Soccavo non aveva bisogno di un altro centro privato, magari con gli accessi a pagamento. Bensì di una realtà che possa offrire a tutti la possibilità di stare insieme e di vivere al meglio il nostro quartiere. Posso immaginare che Cannavaro, originario della Loggetta, non conosca a fondo quello che succede a Soccavo, anche perché per anni non l’abbiamo né visto né sentito. Il nostro sospetto che è non abbia compreso le esigenze dei giovani del quartiere, visto che le sue prime dichiarazioni sulla sua avventura a Soccavo sono apparse di propaganda”. La delusione dei residenti è salita al punto che all’esterno del centro è comparso uno striscione con la scritta “Paradiso per tutti, la strada cattiva è il profitto”. Al trainer, escluso dai piani dell’Udinese, saranno fischiate le orecchie…
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