Centro per il rimpatrio in Campania, ecco il piano del ministro Piantedosi

L’area tra Castelvolturno e Villa Literno sarà militarizzata, il governo vuole riproporre il ‘modello Caivano’ per la rinascita del litorale. I controlli sugli immigrati irregolari del territorio.

Il governo guidato da Giorgia Meloni si gioca molto del suo destino sul tema dell’immigrazione. Per questo l’attenzione è alta e le decisioni che verranno prese da Roma saranno seguite da un impegno massimo per far sì che il progetti diventino realtà. Con l’emendamento del Governo al Decreto Sud è stato stabilito che ogni regione dovrà avere un centro di permanenza e rimpatrio (Cpr) e che a decidere quale città li ospiterà sarà direttamente l’esecutivo nazionale.

Foto Cecilia Fabiano/LaPresse 23 –7 -2023 Roma, Italia - Politica - Farnesina, Conferenza Internazionale su Sviluppo e Migrazioni Nella Foto : presidente Giorgia Meloni , ministro Matteo Piantedosi July 23 , 2023 Rome, Italy - Politics - International conference on migration in Rome In the photo : Prime Minister Giorgia Meloni , Minister Matteo Piantedosi
Foto Cecilia Fabiano/LaPresse 23 –7 -2023 Roma, Italia – Politica – Farnesina, Conferenza Internazionale su Sviluppo e Migrazioni Nella Foto : presidente Giorgia Meloni , ministro Matteo Piantedosi July 23 , 2023 Rome, Italy – Politics – International conference on migration in Rome In the photo : Prime Minister Giorgia Meloni , Minister Matteo Piantedosi

Per la Campania il titolare del Viminale, Matteo Piantedosi, sembra avere le idee molto chiare. Da indiscrezioni emerge, infatti, che la località individuata dal Ministero sia Castelvolturno e la zona quella al confine con Villa Literno. Un’area che risponde alle tre caratteristiche principali individuate: la lontananza dal centro abitato, la possibilità di sorvegliare al meglio le strutture e buoni collegamenti stradali. Perché, però, proprio Castelvolturno, che al fenomeno dell’immigrazione, soprattutto clandestina, ha già pagato un prezzo altissimo?

Perché, secondo il governo, avere un centro di permanenza e rimpatrio può essere il primo, fondamentale, passo di una strategia più ampia. L’obiettivo è quello di proporre per il litorale domizio un vero e proprio ‘modello Caivano’, con un serie di interventi di ampio respiro, con una politica integrata che porti a realizzare un piano di rinascita vero e proprio dal territorio. L’installazione del Cpr tra Castelvolturno e Villa Literno poterebbe in prima battuta a un lavoro di valutazione della presenza, ampia, dei migranti in loco.

Porterebbe a un rafforzamento notevole della presenza di forze dell’ordine, con notevoli rinforzi inviati direttamente dalla Capitale. E garantirebbe anche ristori con i quali il Municipio potrebbe investire nel miglioramento della vivibilità della città. E’ sufficiente? No, sicuramente. L’obiettivo del governo, come per Caivano, non è soltanto quello di rafforzare la presenza dello Stato impegnato a garantire la legalità. Fondamentale, per la riuscita di un intervento politico-sociale di questo tipo, che l’economia della zona interessata possa rinascere.

E con la Zona economica speciale e interventi specifici con agevolazioni alle imprese, Castelvolturno potrebbe vivere una fase nuova della propria storia. Questa l’idea, quindi. Il centro di permanenza e rimpatrio sarà considerato ‘opera di interesse nazionale’, e per questo la decisione sarà presa nelle stanze del governo. Ma è fondamentale anche una fase di ascolto e di confronto con le istituzioni locali. Che comincerà nelle prossime settimane, come chiesto anche dal sindaco di Villa Literno su queste colonne nei giorni scorsi.

I Cpr saranno 21: uno per ogni regione e a realizzarli sarà il Ministero della Difesa, che potrà contare su uno stanziamento straordinario di 20 milioni di euro e che coinvolgerà il genio militare per rendere idonee ad ospitare queste strutture in vecchie caserme o aree militari dismesse. Per ora, è bene ricordarlo, si tratta di ipotesi. Indiscrezioni che, però, assumono sempre più sostanza con il passare delle ore.

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