MILANO – Dopo la débâcle nella partita per il Quirinale, il centrodestra prova a raccogliere ancora i cocci. E tenta le contromosse. Dopo l’idea lanciata da Matteo Salvini di un Partito repubblicano in stile Usa, arriva l’altolà del presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, dopo una riunione con il coordinatore nazionale Antonio Tajani e i capigruppo di Camera e Senato, Paolo Barelli e Anna Maria Bernini.
“Forza Italia – sottolinea il Cavaliere – è stato e continuerà ad essere il perno della coalizione che si contrappone alla sinistra. Il centrodestra che abbiamo come orizzonte strategico è saldamente ancorato ai valori del Ppe: europeista, atlantista, garantista, cattolico e liberale”. Il perimetro è disegnato, ma la partita è tutta da giocare. Forza Italia – rincara la dose Berlusconi – “è impegnata, insieme con le altre sigle di centro, per rafforzare l’area centrale di un centrodestra che è ancora oggi per i sondaggi la prima scelta degli italiani”.
E ancora: “Oggi siamo pronti per la nuova sfida dentro al centrodestra, per affrontare al meglio i prossimi appuntamenti elettorali: saremo il cuore di un centrodestra che si dovrà presentare alle prossime elezioni profondamente rinnovato”. Le amministrative del 2022 sono lontane, ma ad oggi non è dato sapere come si muoverà la galassia del centrodestra. Certo è che le sfide da affrontare, che coinvolgeranno anche quattro capoluoghi di regione come Genova, L’Aquila, Catanzaro e Palermo, saranno un ulteriore banco di prova.
L’idea della federazione lanciata da Salvini non è vista di cattivo occhio dal Cavaliere, anche perché, secondo i bene informati, è una “vecchia idea” dell’inquilino di Arcore. FI, quindi, sarebbe pronta ad aderire alla proposta salviniana, ma “con i tempi che servono”. Berlusconi immagina in quest’ottica due fasi: prima un rafforzamento al centro, partendo dal riavvicinamento avvenuto nelle ultime ore di trattative per il Quirinale, e poi affrontare la questione con il leader leghista. Che, a questo punto, rischia di essere messo in una posizione di minoranza.
E Coraggio Italia sulle parole del cav va dritto al punto: “Io ritengo che con la migliore buona volontà del presidente Berlusconi il chiarimento politico nel centrodestra presenti nodi più da tagliare che da sciogliere. In Italia, come in Europa, il centrodestra deve avere una sua fisionomia uniforme, riconoscibile e inconfondibile. Le forze di centro, siano esse in Italia o in Germania o in Francia, sono alternative alla sinistra, ma ben distinte e distanti da forze identitarie o sovraniste. Ne va della stessa credibilità e affidabilità delle forze moderate italiane in Europa”, sentenzia Osvaldo Napoli.
All’indomani del Consiglio federale in via Bellerio, intanto, Salvini va a far visita al ministro dell’Economia, Daniele Franco, per occuparsi anche di caro bollette. “Lasciamo la discussione sulla legge elettorale al Pd. La Lega non ha intenzione di impegnare per mesi il Parlamento su questioni non prioritarie”, sottolineano fonti del Carroccio. Il Capitano torna poi sulla querelle con Coraggio Italia. “Toti è ancora nel centrodestra? Chiedetelo a lui, io non allontano nessuno”, le sue parole davanti al Mef, prima di un colloquio con il numero due del partito, il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti.
Poi lo stesso Salvini non risparmia una stilettata al governatore della Liguria: “Toti ha due assessorati, quello del Bilancio e della Sanità e solo l’Uomo Ragno ci riuscirebbe. Credo sarebbe opportuno che indicasse due” assessori “non leghisti per essere chiari”. Una replica a distanza alle parole del cofondatore di Coraggio Italia, che aveva detto: “Far pagare ai liguri scelte romane non credo sia opportuno per un partito di governo importante come la Lega”.
Da Fratelli d’Italia, invece, Ignazio La Russa ribadisce un concetto: “Siamo convinti che ci sia ancora un percorso da recuperare con buona parte degli alleati, anche in Parlamento. Ma la coalizione è da rifondare”. E poi ecco un attacco ai centristi, “pronti ad accorparsi a destra o a sinistra a seconda delle convenienze”.
Certo è che sullo sfondo si stagliano proprio le manovre che punterebbero alla nascita della ‘Cosa centrista’. Maurizio Lupi, presidente di Noi con l’Italia, mette in guardia: “Stiamo attenti ad affidarci solo alla legge elettorale per creare nuovi soggetti politici. Una forza politica di centro è necessaria, ma non può nascere dal Palazzo, serve un rinato rapporto con la società civile e un chiaro riferimento al Partito popolare europeo”.(LaPresse)