ROMA – Vertice sì, vertice no, vertice forse. Nel centrodestra uscito a pezzi dall’elezione del presidente della Repubblica, e alle prese con l’imminente voto per le amministrative, si fatica a trovare un’intesa perfino sull’incontro che dovrebbe permettere ai leader di tornare a parlarsi. Dopo mesi di silenzi, soprattutto tra i leader di Lega e Fratelli d’Italia Matteo Salvini e Giorgia Meloni, ecco però arrivare un’apertura che potrebbe sbloccare l’impasse.
Da via Bellerio, infatti, si sottolinea che per la Lega “l’unità del centrodestra è un valore importante, in Italia e in Europa: un incontro si può fare anche domani per superare divisioni che aiutano la sinistra”. Insomma, la disponibilità a sedersi a un tavolo per provare a fare chiarezza c’è. Adesso serve solo capire dove e quando, anche perché nel fine settimana praticamente tutta Fdi si sposterà a Milano per la tre giorni di Conferenza programmatica organizzata dal partito di via della Scrofa.
Un tentativo di metter fine al gelo registrato finora, coinvolgendo il leader di FI Silvio Berlusconi, lo ha fatto nei giorni scorsi il senatore di Fdi, Ignazio La Russa, secondo cui proprio il Cav si sarebbe accordato con Meloni per sentirsi oggi in un vertice “online o di persona, possibilmente anche con Matteo Salvini”. D’altronde, nel centrodestra “non va affatto tutto benissimo – ammette La Russa a ‘Un giorno da Pecora’ su Rai Radio1 -. Stiamo cercando disperatamente di ricucire”. Alla fine però il confronto non è andato in scena, “e il silenzio non è un buon segnale”. Tuttavia, “non ci sono ultimatum per una data del vertice”.
Quello che trapela, dopo il contatto tra Berlusconi e Meloni, è che l’ex premier abbia spinto per un chiarimento proprio tra Salvini e la leader di Fdi. Berlusconi, è il ragionamento, non si è mai occupato di amministrative e il problema sembra più essere tra i due alleati. Il suo ruolo, filtra da fonti azzurre è quello di “unire” non accentuare divisioni. È in questo quadro che si inserisce l’apertura della Lega. “La nostra linea è che all’unità del centrodestra teniamo più di tutti”, ribadiscono fonti di via Bellerio, sottolineando allo stesso tempo che “siamo autonomisti e per la Sicilia decidono i siciliani. Le sorti di Palermo non si decidono a Roma, Milano o Genova”.
Insomma, la matassa resta complicata da sbrogliare. A tenere banco c’è sempre la questione siciliana che intreccia la corsa a sindaco di Palermo con quella del governatore Musumeci. “Lega e FI hanno deciso il candidato senza neanche coinvolgerci”, spiega La Russa, secondo cui la ricandidatura di Musumeci alla Regione “dovrebbe essere scontata”. Dello stesso avviso il governatore della Liguria e leader di Italia al Centro, Giovanni Toti: “Quella di Musumeci, essendo il governatore in carica e avendo intenzione di ripresentarsi, è una ricandidatura scontata. Lega e FI non lo vogliono? La politica non è fatta di capricci, ma di ragionamenti”.
Ragionamenti che da settimane la coalizione si trova a fare senza una comune visione d’intenti. Tanto che Toti fotografa così lo stato dell’arte: “Il centrodestra è in ottima salute, a sprazzi… A Genova corriamo tutti insieme, a Verona non ho capito come è finita, e in Sicilia c’è una discussione sufficientemente surreale”. La strada da imboccare, a suo avviso, è perciò una sola: “Il centrodestra deve decidere di fare un buon tagliando”.(LaPresse)