ROMA – Nonostante soffi buon vento, ultimamente si respira aria strana nel centrodestra. Si intuisce dalle parole di Giorgia Meloni, che – forte anche della vicinanza con Viktor Orban, che domani pranzerà con Berlusconi a palazzo Grazioli – torna a rivendicare il rispetto dei patti sulle elezioni regionali con gli alleati. “Io non credo che Fitto in Puglia verrà rimesso in discussione”, perché “come io sono sempre stata estremamente precisa sulla parola data, mi aspetto altrettanto dagli altri: avevamo detto che ci sarebbero stati due candidati di Fratelli d’Italia, uno in Puglia e uno nelle Marche”. L’ex ministra apre un vaso di Pandora, perché a distanza di poche ore è un altro pezzo da novanta del centrodestra a mettere in discussione una candidatura che sembrava quasi decisa. La forzista Mara Carafagna, infatti, boccia di fatto Stefano Caldoro come sfidante del governatore uscente, Vincenzo Caldoro: “Bisogna uscire dal vecchio schema, sarebbe la terza volta che noi proponiamo questo match agli elettori”, dice poco prima di presiedere la riunione del Comitato scientifico di Voce libera, la sua fondazione. “Si potrebbe costruire e avanzare una candidatura più forte e più popolare”, suggerisce innanzitutto al suo partito, spiegando che gli elettori si sono già espressi, “una volta con un successo un’altra senza”.
La polemica
A stretto giro di posta è il vicepresidente di FI a risponderle: “Caldoro è stato il miglior governatore nella storia della Regione Campania, in numerosi sondaggi è sempre risultato il candidato più gradito ai nostri elettori e il presidente Silvio Berlusconi lo ha personalmente indicato dopo aver verificato la praticabilità di altre candidature”. Una presa di posizione che sembra chiudere la porta all’eventualità di puntare su altri frontman o frontwoman. O comunque un segnale che qualche verifica nella coalizione potrebbe arrivare nelle prossime settimane. Un’occasione per Meloni di chiarire un punto con Matteo Salvini, perché a modo di vedere della leader FdI “non ci sono derby con la Lega, abbiamo le nostre questioni da chiarire, ci sono le Regionali, ma non ci sono volontà di superarsi, facciamo ciascuno il suo per allargare i nostri consensi fuori dai confini della coalizione, ognuno con le sue specificità”.
A proposito del Carroccio, non avranno fatto di sicuro piacere all’ex ministro dell’Interno le parole di Umberto Bossi, contrario alla Lega nazionalista. Per il Senatùr la svolta salviniana apre le porte all’avanzata di Meloni: “La gente si chiede se la Lega fa ancora gli interessi del Nord, basta fare due conti. Più della metà degli elettori italiani vive sopra il Po”.
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